martedì, 23 Aprile, 2024 9:58:59 PM

CECILIA MASCOLO SALERNO. Donna, mamma e insegnante di pianoforte

di Flora Marasciulo.

Bentornati! Il primo amore non si scorda mai!

La vita mi regala l’opportunità e l’onore di intervistare una persona che incarna il mio primo amore: il pianoforte, la passione per il lavoro, la bravura, la dedizione.  Proporre ai lettori il rapporto tra docente e discente affinché le generazioni future possano comprendere anche l’aspetto che riguarda il rispetto, la cultura, la reciproca affezione, il dono di sé, la saggezza, lo studio costante, la normalità, il genio, le scelte, la riconoscenza, il piacere, la fortuna e l’occasione di ringraziare le persone quando sono in vita. Il maestro insegna e impara dai propri allievi e gli studenti dovrebbero comprendere che se si sono incontrati è sia per imparare sia per donare qualcosa che altrimenti non sarebbe tale. Il parere di Agnes Pharo sul Natale traslato ai rapporti tra le persone, e nello specifico tra allievo e maestro, risulterebbe: dolcezza per il passato, coraggio per il presente e speranza per il futuro! Un futuro di cui molti sono preoccupati e pertanto commettono errori madornali perché è il presente l’unico momento da vivere. A ogni giorno basta la sua pena! Il passato è già scritto e il futuro non c’è, è in divenire. Il presente è HIC ET NUNC.

Chiudete gli occhi e immaginate un red carpet (la vita) che si srotola davanti a voi e vedete un’affascinante fanciulla, Cecilia di diciassette anni, avanzare con eleganza e sicurezza.

 

                                  Cecilia Mascolo Salerno

Conosciamo più da vicino la bella ragazza che avanza sulla passerella della vita. Il 2 marzo del 1933 Monopoli ha dato i natali a Cecilia Mascolo Salerno. Una persona con una spiccata presenza e personalità e Monopoli e i monopolitani devono essere fieri per questo. I futuri docenti dovrebbero conoscere e apprezzare il modo e la dedizione di una vita per la musica.

                     A diciannove anni la vedete così.

Chi è la signora Cecilia Mascolo?

Sono stata un’insegnante di Educazione Musicale nella scuola media, dopo essermi diplomata in pianoforte al Liceo Musicale di Bari il 14 luglio del 1954 e aver sostenuto a Roma l’abilitazione all’insegnamento (esame nazionale).

Il primo ricordo legato alla musica?

Il mio maestro è stato il maestro Biagio Grimaldi, direttore della Polifonica Barese, precedentemente avevo studiato a Monopoli con un’ottima insegnante di pianoforte, Rosa Giannoccaro, che mi aveva dato delle buone basi.

       Cecilia Mascolo Salerno con foto del M° Biagio Grimaldi

La qualità che preferisce in un musicista?

La semplicità, la scorrevolezza.

Cosa l’ha portata all’insegnamento?

Mi è capitato da ragazzina, verso i 15/16 anni, di avere delle richieste come insegnante di pianoforte, e pur prendendo del tempo, poiché non avevo ancora il quinto anno di pianoforte, per mia coscienza ho dovuto far attendere questi bambini dopo il mio primo esame. La cosa mi ha soddisfatta, e ho continuato, avendo richieste e soddisfazione dai ragazzi nel tempo, tanto che sono quasi tutti diplomati, lavorano e insegnano nelle scuole.

 Tra i suoi studenti ci sono nomi eccellenti. Ha voglia di parlare di loro?

Nella scuola media dove ho insegnato, e quindi nel vedere le capacità di ogni allievo, ne ho trovati alcuni che nel tempo, sotto mio suggerimento, hanno preso una certa strada, come Crescenza Guarnieri, attrice di Monopoli. Parecchie delle mie alunne di pianoforte si sono brillantemente diplomate e tuttora insegnano. Un’alunna che ha dato particolare soddisfazione è stata Fiorella ovvero Flora Marasciulo, che mi ha fatto rabbrividire perché dopo il suo primo esame, è venuto fuori il direttore del Liceo Musicale di Taranto Milella, ed ha detto a tutte e due, dopo averle dato tanti nove, continuate così, e questa alunna, in effetti, ha continuato così e meglio dando tante soddisfazioni a me, alla sua famiglia, e a tutti gli altri suoi insegnanti.

Monopoli Biblioteca P. Rendella agosto 1979 Cecilia Mascolo Salerno dopo il recital di pianoforte di Flora Marasciulo.

Grazie, le voglio bene! Sono contenta per le belle parole, per questo ricordo! Sono un po’ imbarazzata. Continuiamo. Ci sono stati nella sua vita momenti di dubbi e certezze?

Quando a Monopoli è arrivato il Conservatorio (sezione staccata di Bari) ho avuto la possibilità di farne parte come insegnante, poiché mi conoscevano in quanto ero stata membro esterno al Liceo Musicale di Bari per l’ottavo anno di pianoforte per diversi anni. Questa è stata una bella esperienza, poiché in commissione c’erano maestri rinomati come il Maestro Costa (ottimo insegnante di pianoforte), una famosa violinista russa, e il Direttore N. Rota che aveva molti pregi fra cui quello di non poter comporre senza la presenza di una donna accanto. Ma essendo entrata nei ruoli nella scuola media dopo aver fatto il concorso da poco, non mi è convenuto lasciare il certo per l’incerto.

Il suo stato d’animo attuale?

Nessuno in particolare, ma soddisfatta del lavoro svolto.

Il valore in cui crede?

L’onestà, la sincerità, cosa che non si trova ovunque.

Una pazzia che ha fatto per la musica?

Sono sempre andata ai concerti da giovane, a volte si andava a un concerto alla Sala Unione il pomeriggio, e appena finito si passava al Petruzzelli, dove venivano i grandi di quell’epoca.

Se avesse qualche milione di euro?

Cambierei il pianoforte.

Il suo strumento preferito?

Pianoforte.

 Se potesse vivere in un’altra epoca quale sceglierebbe?

Quella che ho vissuto; non ho rimpianti.

C’è qualcosa che le sarebbe piaciuto fare e che non ha potuto realizzare?

Pur avendo il Diploma di Concertista e facilità nell’affrontare il pubblico, poiché a quei tempi, intorno al 1950 ero invitata nei salotti per esibirmi e quindi allietare gli ospiti, non ho mai potuto realizzare questo desiderio, quello di fare la concertista, poiché i momenti in cui ci stavo provando, non me lo consentivano!

Come definisce il suo rapporto con la musica?

E’ stato sempre buono.

Qual è la sua canzone preferita?

La Canzone Napoletana (forse perché un po’ napoletana di famiglia).

Per me è una grande soddisfazione dedicarle una canzone napoletana tra le sue più gradite: Dicitencello vuje.

Un aggettivo per definire la musica classica?

Soddisfacente.

Per cosa vorrebbe essere ricordata?

Non ho grilli per la testa, ho fatto solo quello che ho ritenuto il mio dovere dando ai miei alunni tutto quello che ho potuto.

Quando si è sentita fiera di essere una musicista?

Il periodo in cui ho frequentato di più un certo ambiente, dove ho conosciuto musicisti importanti anche stranieri.

 Quando se n’è vergognata?

Quando nel partecipare a degli esami di pianoforte ho dovuto assistere a delle cose poco piacevoli, che mi hanno fatto riflettere.

 L’errore che non rifarebbe?

Non ho subito errori perché li ho evitati.

La sua frase preferita?

Bene a tutti.

Ha l’orecchio assoluto?

Si.

Tre cose per cui vale la pena di vivere?

La famiglia, la salute, gli interessi (la musica, la danza e l’arte)

Il periodo della pandemia è un momento storico importante. Cosa le ha consentito di attraversarlo e cosa è cambiato rispetto alle epoche precedenti nella sua vita?

L’ho attraversato secondo le regole, cosa principale. E’ cambiato tutto: dalle piccole alle grandi cose, in generale mancano i contatti con gli altri.

A quale domanda vorrebbe rispondere che non le ho fatto?

Credo sia stato incluso tutto. Grazie.

Il red carpet è ancora da srotolare e chiedo alla carissima signora Cecilia:

Si faccia una domanda e si dia una risposta!

Sono ancora qui, ci risentiamo?

Flora Marasciulo.

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