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Judy Garland, “Somewhere Over the Rainbow”

Di Vittoria Loiacono.

Judy Garland (1922 – 1969)

Quando nel 1954 George Cukor propose alla MGM una stanca e quasi dimenticata stella hollywoodiana per il film “E’ nata una stella”, nessuno della produzione credeva più in lei: Judy Garland.

Una giovane cantante arriva ad un inaspettato successo grazie ad un maturo manager alcoolizzato ormai alla fine dei suoi giorni di talent-scout.

La cantante diventa una star, per amore, lei lo accudisce tentando di salvarlo dall’alcool e dalla depressione, ma lui non ce la farà. Il film commosse tutta l’America.

La storia d’amore era tra le più belle della storia del cinema, lo dimostrano i numerosi re-make fino a pochi anni fa. Una giovane cantante, un uomo di mezza età.

E ancora: il ritorno sulle scene di Judy Garland, fu strabiliante. Nel film lei cerca di salvare l’amato da crisi depressive e alcool.

Era il riflesso di lei che proprio la depressione e l’acool l’avevano tenuta fuori dai set. E ancora: il film anticipa quello che poi le sarebbe accaduto: minata nel fisico, Judy Garland morirà sola in una stanza di un appartamento di Londra.

Ma torniamo indietro nel tempo. Nasce tra gli artisti in uno sperduto villaggio del Minnesota, il 10 giugno del 1922.

Genitori attori del vaudeville, tanto in voga nei primi del ‘900, si esibisce con le altre due sorelle, nelle commedie leggere, girando per gli Stati Uniti.

Frances Ethel Gumm, il suo vero nome,  fu notata da un talent della MGM che propose alla madre un contratto di apparizioni in alcune commedie a Hollywood.

Il mago di Oz (1939)

Delle tre sorelle, Frances era la più dotata. Oltre al suo viso, modello per le ragazze americane, era davvero dotata di qualità canore e fisiche che la distinguevano dalle altre sorelle.

Le fu cambiato il nome e divenne Judy Garland. Non faticò molto a imparare il mestiere dell’attrice. I musical furono i suoi primi successi e quindi Broadway e il suo primo esordio fu nel 1936 come protagonista del film Every Sunday rivelando le doti di cantante di grande talento.

La MGM decise di averla tra i suoi attori più prolifici grazie anche alla sua dote di contralto, ruolo molto apprezzato nei film musicali.

Tra gli attori più noti di quegli anni, Judy Garland lavorò spesso con Mickey Rooney che oltre a diventare uno dei suoi più grandi amici, fu partner in numerosissime commedie tra le quali una lunga serie di film intitolata Andy Hardy.

Il successo mondiale arrivò nel 1939 con “Il mago di Oz”, diretto da Victor Fleming. Fu una delle più costose produzioni cinematografiche della storia del cinema e uno dei maggiori film di incassi. Interpretando la dolcissima Dorothy divenne famosa e richiesta da tutte le case cinematografiche.

Uno dietro l’altro, la sua carriera impegnò tantissimo la Garland, già durante le riprese del Mago di Oz, la produzione impose orari impegnativi sui set, nelle quali la giovanissima attrice era costretta.

Per reggere quei ritmi così massacranti, le furono suggeriti farmaci che le permettevano prestazioni non usuali e fu l’inizio di un declino inarrestabile.

Ma il successo non fermò le produzioni. Nel 1944 durante le riprese del film Incontriamoci a Saint Louis, conobbe Vincent Minnelli, che sposò l’anno seguente e padre di Liza Minnelli.

La moda dell’epoca, impose film musicali di grandissimi livelli tecnici. E’ stata partner con Gene Kelly ne Il pirata (1945) e poi con Fred Astaire ne Ti amavo senza saperlo, pellicole di notevoli abilità coreografiche dove la Garland dimostrò di essere degna partner di due mostri sacri del cinema hollywoodiano.

Film di notevoli impegni fisici, non permisero a Judy Garland un ritmo di lavoro così imponente.

Judy Garland e Gene Kelly

Negli anni ’50 una stasi professionale la portò ad una lunga pausa per disintossicarsi dalle anfetamine e dall’alcool.

Dopo sei anni di matrimonio con Vincent Minnelli, che la distrusse psicologicamente, sposò in terze nozze Sidney Luft, anche lui uomo di spettacolo. E arriviamo agli anni ’50 con “E’ nata una stella”.

Fu il ritorno alle scene di Judy Garland. Come scritto all’inizio di questo servizio, il suo ritorno sulle scene mondiali fu accolto con grande affetto e dimostrò ancora una volta le doti di grande attrice questa volta in un ruolo drammatico.

Fu insignita di un Golden Globe ma non arrivò mai all’ Oscar nonostante avesse grandi chance artistiche per meritarlo.

Nel 1961 uscì l’album Judy Garland at Carnagie Hall che raggiunse la prima posizione nella Billboard Pop Albums (Billboard 200) per 13 settimane e nel 1962 vinse il Grammy Award all’album dell’anno e anche il Grammy Award alla migliore interpretazione vocale femminile pop.

L’ultima sua scrittura fu per un film che non interpretò mai: La valle delle bambole.

Mickey Rooney e Judy Garland

Abbandonò il set per ragioni di salute. Aveva 47 anni quando morì il 22 giugno 1969. Indimenticabile “Over the rainbow” che qui riporto per omaggiare Judy Garland.

Vittoria Loiacono.

 

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