giovedì, 21 Novembre, 2024 6:37:57 PM

Luigi Lai, dal cuore alle parole

di Anna Landolfi.

Identificarlo artista, parrà anomalo, è riduttivo. Lo scopro come mio solito, sfogliando le pagine del mondo. Mi aiuta la tecnologia, ma non basta. Parole, immagini, foto, disegni, versi, selfie (terribile vocabolo ormai adottato da tutti, me compresa) e poi migliaia di epitaffi, citazioni, sproloqui (a valanga), insulti, allusioni…haters! Il niente! Per l’informazione tutto ciò potrebbe essere materiale di pubblicazione, ma forse non se ne può più. Luigi Lai è l’anomalia dei sentimenti: veri, reali, tangibili. Li precepisci, li “senti” con gli occhi. Il suo linguaggio? Il colore, la parola, la discreta “presenza” nello spazio che occupa silenzioso. Divoro tutto di lui. Non potrei non “inventarmi” niente perchè non lo renderei reale. Ma forse mi sbaglio: Luigi Lai, forse, non è di questo pianeta! Come per me scrivere è naturale, per lui fare “arte” è naturale. Come respirare, camminare, sorridere, gesti naturali che si fanno senza riflettere. C’è di più: quello che fa, ha un fine: rendere migliore l’esistenza degli altri, soprattutto se gli altri, sono argentee vite dagli innocenti sorrisi di occhi ancora troppo giovani per contaminarsi dall’ipocrisia di noi adulti. Non vi ho ancora convinti? Allora leggete e ascoltate questi versi, tra i tantissimi che gentilmente mi riserva l’autore, che ho scelto con molta difficoltà tra i tanti, interpretata da una delle voci che meglio rappresenta la letteratura, Flavio Pirro, giovane attore e doppiatore, che con interesse ho apprezzato per la qualità tecnica e artistica con la quale dà spessore ai versi de: “Le stelle”.  L’autore, solo nell’immenso spazio che umilmente occupa, ha riferimenti celesti da sempre vicini agli uomini: la Luna, le Stelle, l’Universo. Riflette e lascia libere le emozioni rendendole a loro. Luigi Lai, compone d’istinto, la cognizione dell’esistenza di chi cerca una ragione perchè sia vissuta. Quella Luna e quelle Stelle, lì nell’Infinito Universo, sei tu…e tu…e tu. Quel sorriso che incanta il mondo…siamo noi. Maestro di questa metafora è l’autore, Luigi Lai.

Luigi Lai

“Le stelle”.
Le parole che rimangono
Sono perse tra le stelle
Son nascoste nell’attimo infinito
Del battito d’ali delle farfalle
A cercare un senso
In questa vita ballerina
Che danza senza sosta
In compagnia della Luna

Nella notte più scura
Cerchi un mondo diverso
E nel tuo balcone
Sei al centro dell’universo
Perchè il tuo sorriso
Incanta sempre il mondo
Che ti guarda stupito
E che si sente ancora perso.

Anna Landolfi.

Le immagini e i testi potrebbero essere soggetti a copyright.

In copertina: Lugi Lai “Lapola”, antico nome di un quartiere di Cagliari, oggi “La Marina” (2016).

 

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