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Maglie (Le) – Santa Ildegarda di Bingen, donna della modernità

Tra le figure medievali un posto di tutto rispetto è riservato a Ildegarda di Bingen, una donna rivoluzionaria per l’epoca in cui è vissuta.

Dotata di straordinarie virtù e di notevoli capacità intellettive, ha anticipato per molti aspetti l’emancipazione femminile contemporanea, lasciando un segno indelebile nella storia della chiesa.

Ildegarda viene al mondo nell’estate del 1098, in Renania, a Bermersheim, ultima di dieci figli dei nobili Ildeberto e Matilda di Vendershime.

La piccola è cagionevole di salute, per questo motivo i genitori decidono di affidarla alle cure delle suore Benedettine dell’Abbazia di Disibodenberg, dove è seguita da Giuditta di Spanheim, una giovane aristocratica di forte personalità che si era ritirata in monastero.

La Nostra dimostra di possedere ottime capacità mnemoniche. Ama studiare. Si occupa di Teologia, di Musica, di Medicina e di Scienze naturali.

Affascinata dalla patristica, ammira le figure dei santi Dionigi l’Areopagita, Agostino e Ruperto, di quest’ultimo scrive la prima biografia. Nel 1115 fa la sua professione religiosa e nel 1136 diviene Badessa del monastero.

Poi, nel 1150, ne fonda uno a Bingen, intitolandolo a San Ruperto. Nel 1165 fonda un’altra abbazia a Eibingen, dove trascorrerà il resto della vita.

Tra il 1159 e il 1170, Ildegarda compie alcuni viaggi pastorali, visita le cattedrali di Colonia, Treviri, Liegi, Magonza, Metz e Wurzburg, dove tra lo stupore dei fedeli e lo sconcerto del clero, tiene appassionate orazioni.

Ildegarda è anche testimone diretta di alcune visioni. Di questi fenomeni, incomincerà a parlarne solo dopo i quarant’anni.

Predilige una vita di preghiera e di predicazione aperta verso il mondo esterno, fuori dalle mura del monastero, poiché intende raggiungere tutti i fedeli di ogni estrazione sociale. Incontra Abati, Vescovi, Nobili, Principi e semplici fedeli.

Ildegarda di Bingen (1098-1179).

Lo scopo della vocazione.

Porta loro parole di conforto e suggerisce consiglio, senza mai tralasciare lo scopo della sua vocazione: annunciare il vangelo in un modo del tutto nuovo.

Sorprende per il suo stile, attira su di sé l’attenzione, s’impone nella società, dove non c’è posto per le donne, figuriamoci per una monaca che predica dal pulpito delle chiese o nelle piazze!

Tutti la ascoltano volentieri. Alcune autorità ecclesiastiche però, non condividono la sua intraprendenza, cercano di ostacolarla, ma nel 1147, papa Eugenio III, dopo aver letto i suoi scritti e preso atto della sua forte personalità e popolarità, concede un riconoscimento ufficiale, la autorizza a scrivere le memorie ed esporre in pubblico le catechesi e visioni.

Ai suoi interlocutori dichiara di essere “Una piuma abbandonata al vento della fiducia di Dio!” In una lettera a san Bernardo di Chiaravalle nel 1146 così scrive:

“Io sono un essere senza istruzione, e non so nulla delle cose del mondo esteriore, ma è interiormente nella mia anima che sono istruita!”.

All’azione pastorale si aggiunge una cospicua produzione letteraria che spazia dalla teologia alla musica, dalla medicina alla botanica.

Sant’Agostino (354-430).

Una vera rivoluzione per quell’epoca. Si menzionano: Sci Vias (Conosci le vie), il Liber Vitae Meritorum (Libro dei meriti della vita), il Liber Divinorum Operum (Libro delle opere divine);

il Symphonia harmoniae celestium revelationum che comprende le composizioni musicali Canti, Antifone, Inni e l’Ordo Virtutum (La schiera delle virtù, opera drammatica musicata), Physica (Libro delle medicine semplici), Causae et Curae (Libro delle cause e dei rimedi).

A questi si aggiungono le Questiones, un trattato di 308 domande, che sono sottoposte dai monaci di Villers in merito a argomentazioni di carattere teologico.

Ildegarda di Bingen è anche l’autrice di una lingua ignota, utilizzata per scopi mistici, composta di ventitré lettere che ha descritto nel trattato Lingua Ignota per hominem simplicem Hildegardem prolata, oggi riconosciuta come la più antica lingua artificiale.

I suoi contemporanei la definiscono una monaca aristocratica.

Dionigi l’Areopagita (VI° sec-?)

 

Si evince dai non facili rapporti con l’imperatore Federico Barbarossa, specialmente quando questi causò lo scisma opponendo ben tre antipapi al Papa legittimo Alessandro III.

Ildegarda si spegne il 17 settembre 1179, come aveva predetto, nel monastero di Rupertsberg vicino a Bingen.

Le sue spoglie sono custodite e venerate nella cappella del Priorato di Eibingen. E’ stata beatificata nel 1324 e santificata con canonizzazione equipollente il 10 maggio 2012.

E’ patrona degli erboristi, dei filologi e degli esperantisti. Papa Giovanni Paolo II ha definito Ildegarda “Profetessa della Germania e Luce del suo popolo e del suo tempo!” Papa Benedetto XVI, il 10 maggio 2012, ha esteso il culto liturgico alla Chiesa Universale, iscrivendola nell’Elenco dei Santi.

Papa Benedetto XVI, il 7 ottobre 2012, l’ha proclamata Dottore della Chiesa insieme allo spagnolo Giovanni D’Avila con la seguente motivazione:

“Perciò l’attribuzione del titolo di Dottore della Chiesa universale a Ildegarda di Bingen ha un grande significato per il mondo di oggi e una straordinaria importanza per le donne.

In Ildegarda risultano espressi i più nobili valori della femminilità: perciò anche la presenza della donna nella Chiesa e nella società viene illuminata dalla sua figura”.

A Santa Ildegarda di Bingen papa Benedetto XVI ha dedicato due catechesi nelle udienze del mercoledì, la prima l’1 settembre 2010 a Castel Gandolfo e la seconda l’8 settembre 2010 nell’Aula Paolo VI in Vaticano.

Federico Barbarossa (1122-1190).

Inoltre a Ildegarda di Bingen sono stati dedicati: tre film, VisionAusdem Leben der Hildegard von Bingen di Margarethe von Trotta, Barbarossa di Renzo Martinelli, Niente è come sembra di Franco Battiato;

una fiction tratta dal romanzo La pergamena maledetta di Heike Koschyk, con un documentario su RaiStoria del professor Alessandro Barbero; un dipinto del maestro Giovanni Gasparro.

La casa discografica Brillant Classic ha pubblicato i suoi componimenti musicali diretti dal maestro Federico Bardazzi.

Infine, degno di nota è l’album Il cammino dell’anima, del cantautore Angelo Branduardi nel 2019.

Giovanni Ferruccio Labella.

 

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2 comments

  1. Molto interessante, come sempre bravo Giovanni. Saluti Daniela

  2. Alfonso Amato

    Che tipo questa Ildegarda. Pure la lingua mistica… Oggi avrebbe un seguitissimo account social. Articolo molto interessante.

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