lunedì, 18 Novembre, 2024 10:42:21 PM

Pensieri femminili

di Adele Dentice.

“La natura e la società donano alle donne una grande abitudine di soffrire, e non si può negare che, ai giorni nostri, esse valgono generalmente più degli uomini.”

(Anne Louise Germaine de Stael)

È lì, sull’orlo di un burrone, il suo uomo le ha tolto i sogni e la speranza, poi la magia delle lacrime di un sorriso e la danza dei ragazzi, ed è lei, sfiorata dalla morte a rinascere, lasciandosi andare alla bellezza della vita e alla sua gioia di vivere. Lei è Cabiria, una donna minuta, ben lontana dall’ archetipo delle femmine provocanti del cinema felliniano; una donna che grida il suo bisogno di essere riconosciuta come una persona che ha diritto ai suoi momenti di felicità.

Cabiria è una donna in transizione; grezza e ignorante, è una prostituta per disperazione, ingenua e credulona, che cerca di migliorare la sua condizione sociale, ma finisce per farsi abbindolare con facilità. Limpida, mai pronta per fare la prostituta è l’ultima delle donne, l’ultima delle prostitute e per Fellini era l’unica donna che meritava di essere raccontata. Un’anima genuina che oscilla tra illusioni e solitudine, che viene ripetutamente ingannata, da Giorgio, Alberto e Oscar, uomini che vogliono qualcosa da lei, fingendosi interessati, in realtà solo per passare un po’ di tempo o per derubarla.

“Cabiria”. (1957)

Lei si fida, perché conserva le speranze in una società che in realtà abusa e deride chiunque possieda qualcosa dentro, qualcosa di puro, genuino, di introvabile. La sua ingenuità la lascia proiettare in una dimensione onirica nella sontuosa casa del cinico divo cinematografico che praticamente la ignora; ma soprattutto è nel fascio di luce che la illumina nel teatro di periferia, isolandola dal resto del mondo e mettendo a nudo i suoi desideri e le sue debolezze, che si manifesta la sua grande illusione, paradigma di una comunità disaffettiva, che fa diventare una persona indifesa preda di scherno e prese in giro.

Le Notti di Cabiria descrivono l’esistenza disperata di una donna di strada, che diventa la storia di chi la guarda, perché è facile ritrovarsi nella sua lotta per conquistare un piccolo spazio nel mondo, nel chiedere aiuto, anche ad un essere superiore, che porti via dalla solitudine, che può spingere all’annientamento.

Federico Fellini (1920-1993)

Osservatorio privilegiato della natura poetica del cinema felliniano, ha molto da dire sulla vita delle donne sconosciute, di quelle donne a un passo dalla morte perché si rifiutano di essere vittime o perché non si accorgono, come Cabiria, delle vere intenzioni di questi uomini senza amore.

Adele Dentice.

 

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