mercoledì, 18 Dicembre, 2024 7:18:19 PM

Trani – Antonio Memeo – il fantasma “Bastianazzo” dei Malavoglia

l’Editoriale.

“Bastianazzo” è un reading che ha lo straordinario potere di mostrare tutta la forza della parola e del teatro.

Bastianazzo è un personaggio, esiste solo nelle pagine de I Malavoglia di Giovanni Verga e vive solo negli occhi di chi lo legge.

Non è reale. Il testo interpretato da Antonio Memeo e andato in scena il 17 febbraio a Palazzo delle Arti Beltrani, è il primo di tre lavori, partoriti dalla penna prolifica di Michele Santeramo, di un ciclo intitolato Fantasmi, di cui fanno parte anche Gennaro Jovine della Napoli milionaria di Eduardo De Filippo e Riccardo III di William Shakespeare.

Antonio Memeo

Santeramo ha voluto affidare, in esclusiva per il circuito italiano, il fantasma “Bastianazzo” all’attore e regista andriese, Antonio Memeo.

Ciascuna sua drammaturgia è abitata da un personaggio che viene dalla letteratura o dal teatro, emerge dal buio del palcoscenico per provocare lo spettatore in un rapporto diretto, che susciti la sensazione che l’attore abbia parlato “proprio a noi”.

Santeramo asciuga la scena, la riporta al grado zero di un copione con un interprete e un pubblico.  Antonio Memeo è interprete e regista di quel copione.

Memeo, protagonista della lettura a leggio, si fa attraversare dal personaggio, diventa Bastiano, l’unico figlio di padron ‘Ntoni, chiamato Bastianazzo «perché era grande e grosso – scrive Vergaquanto il San Cristoforo che c’era dipinto sotto l’arco della pescheria della città».

Ben prima che esca in mare con la Provvidenza e che trovi la morte, nel testo Santeramo si immagina che Bastianazzo inciampi, cada, e che lì dove è caduto scelga di restare.

Rimanere fermi significa accogliere dentro sé l’imprevisto e l’imprevedibile, significa guardare la vita attraverso quello che c’è e che non si può cambiare.

Palazzo delle Arti Beltrani, particolare.

L’incipit del testo ‘Bastianazzo’ scuote dentro: «La Pace è a Perdere, solo chi ammette di aver Perduto, può stare in Pace».

Bastianazzo ci chiede di ripartire da noi stessi, perché non c’è niente di sbagliato in noi, in una punteggiatura del testo che è una continua apertura al dialogo con lo spettatore e con la sua coscienza.

Poi nel racconto irrompe il naufragio della Provvidenza. Bastianazzo è uomo in mare, come noi. Siamo tutti uomini in mare, ci sbracciamo per essere visibili, credendo di condurre in salvo la nostra vita.

Santeramo ha strappato Bastiano all’oscurità del mare e della letteratura, Memeo gli dà vita sul palco per ricordare di non dare niente per scontato. Siamo soli, ma soli insieme.

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