di Trifone Gargano.
Il lettore della Commedia, giunto al canto XXVIII del Paradiso, cioè nel punto in cui finiscono i 9 cieli fisici, e cominciano i 9 cori angelici (in forma di cerchi concentrici di fuoco), assiste a un fenomeno stranissimo (e inedito), di ribaltamento dell’universo.
Inoltre, assiste, per la prima volta, alla descrizione di Dio, Dante, infatti, qui, vede Dio, riflesso negli occhi di Beatrice, in forma di punto infinitesimo e luminosissimo:
un punto vidi che raggiava lume
acuto sì, che ‘l viso ch’elli affoca
chiuder conviensi per lo forte acume; 18
[io vidi un punto [Dio], che irradiava una luce
così acuta, che l’occhio (viso), che essa infiamma (affoca),
è costretto a chiudersi, per la troppa intensità;]
Dante vede questo punto riflesso «riguardando ne’ belli occhi» (v. 11), non reggendone il fulgore. Intorno al punto ci sono 9 cerchi di fuoco, concentrici, di velocità e di luminosità decrescente, dal centro verso l’esterno (esattamente al contrario, rispetto ai 9 cerchi fisici, che ha appena finito di attraversare). Beatrice rivela a Dante che quel punto sfolgorante è Dio:
[…] Da quel punto
depende il cielo e tutta la natura 42
precisando che il più veloce dei cerchi (i 9 ordini angelici) è tale proprio per il suo maggiore amore verso Dio. Dante sottopone a Beatrice un dubbio sulla lentezza del cielo della Luna, che è il più piccolo, presenta delle macchie, ed è il più vicino alla Terra, contrariamente a quanto vede ora, che il coro angelico più piccolo è però il più veloce, ed anche il più luminoso. Vuol comprendere, sostanzialmente, la differente struttura tra sfere celesti e cori angelici. Beatrice gli chiarisce che la corrispondenza tra struttura angelica e struttura fisica dei cieli non deve misurarsi sulle dimensioni, ma sulla quantità di virtù contenuta. Solo così, dunque, le due strutture (sfere e cori) si accordano, poiché, in entrambi i casi, girano più velocemente e sono più sfolgoranti quelli che hanno più virtù. A questo punto, i cerchi di fuoco emettono miriadi di scintille («i cerchi sfavillaro», v. 90), ed elenca quindi i cori angelici, dividendoli in 3 gerarchie:
1. Serafini, Cherubini, Troni
2. Dominazioni, Virtù, Potestà
3. Principati, Arcangeli, Angeli
Ciascuna gerarchia è rivolta verso Dio, e indirizza verso il basso, verso la Terra, la propria influenza.
Per spiegare quante siano le intelligenze angeliche (le scintille di fuoco che fuoriescono da quei 9 cori angelici concentrici), Dante utilizza la storiella della invenzione degli scacchi:
L’incendio suo seguiva ogne scintilla; 91
ed eran tante, che ‘l numero loro
più che ‘l doppiar de li scacchi s’inmilla.
[Ogni scintilla seguiva lo sfavillio del suo cerchio,
ed esse erano talmente tante che il loro numero
si eleva all’ennesima potenza, più della progressione geometrica
delle pedine degli scacchi]
Dante conosceva bene la rapida divergenza che genera una progressione geometrica. Il suo discorso, in questa parte del canto XXVIII, riguarda il numero delle intelligenze angeliche, che non vanno contate a una a una, bensì a mille a mille. Il poeta, infatti, sostiene che il numero di queste intelligenze superi perfino «’l doppiar delli scacchi». Il riferimento è alla notissima leggenda di Sissa Nassir, inventore del gioco degli scacchi. La leggenda, infatti, narra che Sissa chiese al re di Persia, come ricompensa, per l’invenzione del gioco degli scacchi, qualcosa che, all’inizio, il sovrano stesso giudicò come richiesta piuttosto modesta, se non risibile. Facendo riferimento a una scacchiera 8 x 8, infatti, Sissa aveva chiesto al re un chicco di riso (o di grano) per la prima casella; 2 chicchi per la seconda; 4 per la terza; 8 per la quarta; e così via, doppiando, appunto, di casella in casella, il numero dei chicchi.
Insomma, per la sessantaquattresima casella, Sissa Nassir aveva chiesto al suo re un numero spropositato (e illeggibile) di chicchi di riso (o di grano), e cioè: 18.446.744.073.709551.615
In italiano, potremmo leggerlo così:
18 miliardi di miliardi, 446 milioni di miliardi, 744 milioni di milioni, 73 miliardi, 709 milioni, 551 mila e 615 di chicchi.
Quando il re di Persia si rese conto della effettiva richiesta di Sissa Nassir, cioè della enormità di quella richiesta, decise di decapitarlo, con l’accusa di alto tradimento.
Secondo Dante, quindi, questo numero così spropositato, può rendere l’idea (in termini approssimativi) del numero delle intelligenze angeliche nascenti, e cioè: 18.446.744.073.709551.615
Trifone Gargano.
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