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Fasano (Br) – Serena Semeraro – “Una voce”

di Annalisa Semeraro.

“Una voce” (Controluna Edizioni di poesia, 2024) è la raccolta poetica nata dalla penna e dall’anima di Serena Semeraro.

Artista poliedrica, Serena, pittrice e poetessa. Laureata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, ha già esposto i suoi quadri in Italia e all’estero, e ora pubblica il suo primo libro.  

Nell’opera “Una voce” confluiscono ben sette anni di vita: un lungo arco temporale in cui si intrecciano sensazioni, impressioni, immagini e suggestioni poetiche.

A pagina 31 del libro, l’artista ci apre le porte di una stanza: vi troviamo una “tazza rotta”.  Mentre fuori  “il sole sorge, tramonta; piove o non piove”, in quella stanza c’è una tazza rotta.

Chi di noi, almeno una volta nella vita, non si è mai sentito come quella tazza rotta nella stanza, alla ricerca di un posto nel mondo, mentre là fuori il tempo seguitava  a scorrere e la vita proseguiva?  

Serena Semeraro

Ogni pagina è come una notte di silenzio in cui si ode di lontano l’eco di quella voce, titolo della raccolta. Una voce che, libera da schemi, rifiuta di essere incasellata.

Per espressa scelta stilistica, infatti, gran parte delle poesie contenute nel libro è priva di titolo; i versi sono più spesso contraddistinti dall’apposizione di una data, ulteriore elemento rivelatore del ruolo chiave attribuito alla caratterizzazione temporale.

Che si tratti di un suo quadro o di una poesia, quella di Serena Semeraro non è arte di immediata fruizione: impone un certo sforzo intellettivo ed emotivo, allena ad uscire dagli schemi del convenzionale per abbracciare le sfaccettature dell’immaginazione creativa e, perfino, la complessità del pensiero filosofico.

Scopriamo che la filosofia è un’altra delle grandi passioni dell’artista. E, non a caso, uno dei componimenti dell’opera è intitolato al filosofo Friedrich Hegel.   

Di seguito il testo dell’intervista a Serena Semeraro, che ringrazio per la disponibilità, l’entusiasmo e la sua estrema gentilezza.

Subito incuriosisce il titolo della raccolta poetica: “Una voce. Cosa rappresenta quella “voce”? Se ci fermassimo, per un attimo, ad ascoltarla, cosa ci direbbe?

Penso che non parlerebbe la nostra lingua, e sussurrerebbe qualcosa all’orecchio, da intendere più che comprendere, perché sarebbe la voce della coscienza.

All’interno della raccolta numerosi riferimenti tratteggiano una dimensione intima e privata, solitaria, del pensiero. Richiami alla “notte”, al “silenzio”, ad un “angolo della stanza” entro cui alcune azioni, come dormire e mangiare, si susseguono automatiche e lente, mentre il sole sorge  e tramonta nello scorrere incessante del tempo. Questa ambientazione, quale luogo dell’anima, è la dimensione ideale affinché il pensiero poetico possa liberamente fluire ed esprimersi? Che rapporto intercorre tra il silenzio e quella “voce” di cui parlavamo prima?

Non so se esista una dimensione ideale per dare atto alla scrittura, almeno per me. Non è una bolla dorata dentro cui rinchiudersi e stare al sicuro. L’arte è inestricabilmente legata alla realtà, realtà che va affrontata nella sua complessità, e non si sdoppia per essere un rifugio, ma si pone come necessaria per tradurre in parola il mondo. Non credo all’ispirazione, né in poesia né in pittura. Sicuramente ci sono degli elementi felici che vanno a concorrere nel momento in cui si crea, ma non è solo questo. Si tratta di una ricerca autentica che abbraccia l’oltrepassamento del reale, e mi dirai: oltrepassare per andare dove? Per andare dove siamo veramente. La propria solitudine è forse anche preziosa e va custodita, perché ci costringe a dire “io”.

Il 12/02/2023 tu scrivevi: “Quando era fede l’amore, e conoscersi una religione./Apro il freezer, cose crude, congelate,/non farmi più cucinare.” Il sentimento amoroso compare e scompare nei tuoi versi, come un fantasma del passato. C’era e forse non c’è più, ma riesce a far sentire la sua presenza pur nell’assenza. Che ruolo occupa il sentimento amoroso all’interno del libro?

Devo essere sincera: non lavoro per tematiche, è che la scrittura ha il potere di porre alla mia attenzione il mio vissuto ed è essa stessa un esercizio di elaborazione. Forse questo si percepisce, è un esorcismo che non va mai a buon fine. Ad esempio il filosofo Derrida parlava della traccia. Un sì affermativo che precede la domanda stessa. Quando scrivo mi sto interrogando profondamente, non sto solo annotando qualcosa, sto prendendo parola nel concreto, una parola che è anche un soffio ed ecco, che è stata mia, non lo è più…ma torna, tra le mie mani.

Un cuore sensibile ama i valori fragili – 2019

olio su carta, 42×29,5 cm.

Artisticamente parlando, nasci come pittrice. E alla pittura rendi omaggio in bellissimi versi, evocativi, che trasudano venerazione e amore per l’arte. “La pittura è il silenzio che manca al mondo”, affermi. “Il colore mi indica la via del pensiero più alta da seguire: la manifesta”, proclami. Com’è nata la tua passione per questa forma artistica? Come descriveresti il tuo stile pittorico?

Per me è un peso notevole l’arte, preferirei non praticarla. C’è una parte di me che nega questo aspetto, è qualcosa che sto indagando, ne verrò a capo un giorno? Ho a che fare con i colori da sempre, sono entità che entrano nel mio quotidiano e lo stravolgono.

Stella fugace al mattino – 2019

Olio su carta, 42×29,5 cm.

Quali sono i tuoi futuri progetti artistici?

C’è un’altra raccolta di poesie che vedrà la luce tra qualche tempo, e come la saggista Carla Lonzi, dire “io”.

Serena Semeraro è un equilibrio fra allegra estroversione e sensibile introspezione. Estrosa e colorata: rivolge al mondo sorrisi gentili.

Profonda e riflessiva: scruta fra le pieghe della coscienza e fa emergere pensieri, che mette su carta o imprime su tela con pennellate di colore.

Annalisa Semeraro.

Note bibliografiche.

Serena Semeraro è nata a Fasano (BR), dove vive e lavora. È laureata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. La sua ricerca artistica si articola tra parola e immagine, due canali espressivi che consentono di esplorare il mondo a partire dal sé. Ha esposto in Italia e all’estero. Alcune delle mostre più importanti: Fragile a cura di Christian Caliandro, mostra collettiva, Galleria Monitor Roma, 2021; Una scrivania o un posto alla finestra 2^, a cura di Rodolfo Gasparelli, mostra bipersonale con Mirco Tarsi, Gasparelli, Arte Contemporanea, Fano (PU), 2020; Platforms projects, Fiera d’arte contemporanea, mostra collettiva, Atene, 2020; Between two seas #3, a cura di Luigia Martelloni e Carmelo Cipriani, groupshow, S.M.A.S. Santa Monica Art Studios, Arena 1 Gallery, Santa Monica.

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