lunedì, 9 Dicembre, 2024 8:55:20 PM

Bari – Tra bellezza e cruda realtà…Florisa Sciannamea

di Monica Cocciardo.

Immaginare l’arte come una fanciulla vestita di colori, di profumi, di suoni, di immagini…una fanciulla leggiadra, di nome Arte, che entra nei cuori di chi ama la vita, di chi sa vedere, ascoltare, sentire…abbracciare!

Florisa Sciannamea

C’è chi porta ovunque questa fanciulla senza volto, perchè non è sempre uguale, perchè l’arte non può avere UN volto, ma ne ha infiniti!

Ho conosciuto lungo il mio cammino una donna, Florisa Sciannamea, artista poliedrica, dal cuore grande, e attraverso i suoi occhi sono entrata, come Alice nel paese delle meraviglie, attraversando una porticina, in un universo dove tutto è stravagante, profondo, sognante.

Ho conosciuto, grazie a lei, quella fanciulla leggiadra che si chiama Arte! La sua arte porta alla riflessione di ciò che è il mondo, della sua sofferenza e della sua felicità, della sua gentilezza e della sua triste meschinità.

E vorrei coinvolgere anche voi portandovi, attraverso le parole di Florisa, nel suo mondo artistico, in cui poter trovare tutte le emozioni, dalla gioia alla paura, dalla tristezza all’amore, dall’angoscia alla serenità…attraverso la sua arte lei parla di se stessa e di tutti noi!

Florisa cosa ti ha portato a fare arte?

L’arte è qualche cosa che fa parte della personalità e quindi si nasce con l’esigenza di cercare la bellezza per esprimersi, ed è importante cercarla non solo producendo, ma osservando, guardando, studiando.

Quale tra i tuoi personaggi, dei tuoi libri, o disegni, ti rappresenta di più?

Fra i personaggi dei mei libri e dei miei disegni sicuramente quelli più sgrammaticati, cioè quelli che non rientrano nei canoni, quelli mi rappresentano assolutamente!

Sono affascinata da tutti quei personaggi considerati abbastanza scomodi, non perché io mi paragoni a loro, ma sono quelli che amo in modo particolare, che hanno avuto il coraggio di osare, che hanno avuto il coraggio di superare i limiti e di andare contro le regole, ma non per capriccio, ma perché erano convinti oppure erano incompresi, come lo stesso Van Gogh, considerato un pazzo, quando in realtà lui era solo un una persona bisognosa di essere amata.

 

Ma in particolare mi rappresentano tutte le streghe, che io chiamo streghe sbagliate. Ho scritto anche delle favole, una in modo particolare sulla strega sbagliata, che in realtà è un personaggio che non segue le regole della grammatica, non segue e non ascolta i pregiudizi ed è quella più vicina ai bambini, perché come i bambini, si lascia andare all’istinto.

Sì, la strega sbagliata, e tra queste streghe sbagliate nella favola ci sono la Cristoforetti, Virginia Woolf e altre.

Tutte donne geniali, tutte donne che non hanno in qualche modo seguito il famoso angelo del focolare, che Virginia Woolf cita spesso e che le si attaccava al collo e che lei poi ha ucciso. Sono tutte donne che hanno ucciso metaforicamente l’angelo del focolare, che è una palla al piede per molte, che non le lascia libere di comportarsi come vorrebbero e di fare ciò che vorrebbero.

 

So che ami scrivere libri per bambini e ragazzi. Quando tu parli dei tuoi libri, che riguardano soprattutto l’ambiente, quale reazione ricevi da parte di questi bambini o di questi ragazzi, qual è il loro sguardo, quali sono i loro sentimenti?

I loro sguardi sono di complicità, nel senso che mi trovano come loro. Mi è capitato più di una volta che i bambini e i ragazzi mi siano venuti incontro, mi abbiano abbracciato e mi abbiano detto “Ma tu sei come noi” e questa è una cosa bellissima, perché vuol dire che sono riuscita a entrare non solo con i miei disegni, ma con il mio linguaggio, con l’empatia dentro le loro menti e i loro cuori.

È molto importante per me. E poi è importante piantare i semi nei bambini. Loro devono, attraverso le voci fuori coro, imparare ad avere una propria consapevolezza.

Io cerco di aiutarli a ragionare con la propria testa, ma soprattutto a non assecondare, solo per paura, l’adulto, che sbaglia pur essendo tale.

Tu rappresenti molto spesso i felini in generale. Senti dentro di te di essere simile a loro?

In effetti devo dire che fra gli animali quelli che più mi rappresentano e a cui mi sento più vicina sono proprio i felini.

Ovviamente il felino domestico, il gatto è quello che conosco meglio, però anche il puma, la lince, la tigre e il leone.

Li amo molto, non solo dal punto di vista dell’eleganza, perché i felini sono di un’eleganza strepitosa, ma anche caratterialmente.

Questo loro isolarsi quando vogliono, senza per questo essere asociali, questa è una dignità che è proprio tipica dei felini, dei gatti.

Diversamente dai cani, che adoro allo stesso modo, che però sono più socievoli, si fidano di più dell’umano.

Tra gli artisti della storia dell’arte, a quale in particolare ti senti più vicina e ti ispira di più?

Devi sapere che io mi innamoro ogni volta. Mi sono sempre innamorata ogni volta che ho studiato. Sono quindi un infedele, perché mi innamoro sistematicamente di tutti gli artisti.

Anche perché ho avuto un’insegnante di storia dell’arte che era veramente magnetica e quindi ogni volta che affrontava un argomento di arte o un artista mi faceva volare con la mente.

È chiaro che a me piace l’artista che usa il colore, adoro il colore, amo moltissimo il colore e lo uso tantissimo.

Quindi, come ho accennato, adoro sicuramente Kandinskij, Chagall, Mirò, questi artisti sono riusciti a tornare indietro fino alla loro infanzia, che non è una regressione, ma è una capacità, perché hanno recuperato una visione innocente del mondo, quindi una visione del mondo fantastica.

Tutti questi artisti sono contorti, perché sono anime inquiete, ecco perchè mi piacciono moltissimo.

Secondo te oggi l’arte è in crisi oppure riesce ancora a generare emozioni? Riesce ancora a comunicare qualcosa?

C’è molta confusione oggi nel definire qualcosa di arte che non è solo il quadro, ma può essere anche la danza, può essere la musica, può essere il teatro, la moda.

Ecco, forse nella danza, nella musica, nel teatro possiamo ancora ritrovare il discorso e paragonarlo all’arte.

Però l’arte si svilisce nel momento in cui diventa un oggetto commerciale. Ma io conosco degli artisti che sentono ancora l’arte come un mezzo meraviglioso attraverso il quale poter comunicare messaggi di speranza e di amore, e ciò mi fa sperare che l’arte non sia completamente in crisi.

L’arte, quella vera, si impegna a dare un messaggio vero e autentico, a volte anche crudo. Trattando il discorso della moda, per esempio, nel mio reportage, che ho inserito nel mio libro “Il mio nome è Futuro”, ho voluto parlare, con un linguaggio molto vicino ai bambini e ai ragazzi, di ciò che sta accadendo nel mondo a causa di aziende di moda che, non curanti della salute dell’umanità, portano avanti questo settore in modo aggressivo e indiscriminato, utilizzando anche materiali che inquinano e che provocano la morta di molti lavoratori che lavorano per loro, soprattutto nei Paesi più poveri, solo per guadagnare il più possibile!

 

L’arte in generale deve comunicare un messaggio forte, deve far riflettere anche e soprattutto su queste vicende che riguardano la nostra quotidianità!

Monica Cocciardo.

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