domenica, 24 Novembre, 2024 1:23:04 PM

Armando Merenda: “Amattore: il Cattivo dal cuore tenero…”

di Patrizia Gesuita.

La disciplina dell’artista, è frutto di un’educazione impartitagli da giovanissimo. Può questa essere una qualità che gli ha permesso di essere l’attore che tutti conosciamo per la dedizione con la quale, dopo la carriera di militare, gli ha permesso di percorrere l’irta strada del palcoscenico.

Armando Merenda, una persona… dire poliedrica è poco! Vorrei presentarti ai nostri lettori come attore, ma sarebbe riduttivo. Facciamo alcuni passi indietro. Sveliamo chi è Armando Merenda e di cosa ti sei occupato nella vita.

Sono nato in una caserma dei Carabinieri dove mio padre, maresciallo reduce dal fronte nord africano, ne comandava la Stazione.

Con la famiglia, da nomadi per dovere, ci siamo trasferiti in più di sei comuni. Nell’ultimo, Napoli, quando avevo 15 anni, per cercarmi una indipendenza e per passione, dopo un selettivo concorso, venni ammesso a frequentare, da allievo e studente del secondo liceo scientifico, la antica, austera e severa Scuola Militare della “Nunziatella” che nel suo motto recita “Preparo alla vita ed alle armi”.

L’impatto iniziale fu sconvolgente, (per formare il carattere e dar corpo al senso di responsabilità, esistevano all’epoca come punizioni anche le restrizioni in celle di rigore molto afflittive), ma poi l’abitudine alla disciplina, la scoperta dei sacri valori, la formazione atletica e quella culturale, la fioritura di tanti rapporti interpersonali fraterni con i commilitoni e lo spirito di corpo che ancora oggi mi lega a tutti gli ex, ormai vecchi come me, ha fatto di me un onesto, leale e libero cittadino in uniforme. 

La nobile ed altrettanto dura Accademia Militare di Modena, fucina di tantissimi Ufficiali comandanti e numerosi eroi sul campo, dopo due intensi anni, mi ha promosso sottotenente dei Carabinieri.

Come tale ho affinato la professionalità specifica presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma che, dopo altri due anni, ha partorito un Tenente in servizio permanente effettivo, pronto all’impiego.

Ho conseguito una Laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Teramo e in seguito seconda laurea in Scienza della Sicurezza interna ed internazionale presso l’Ateneo di Tor Vergata a Roma.

Armando Merenda

Nei miei 50 anni di servizio ho svolto varie mansioni, ne elenco qualcuna: sono stato impiegato in diverse disagiate sedi di servizio insulari e del sud Italia (Napoli, Palermo, Sassari, …) ad alto tasso di criminalità per il contrasto alle organizzazioni malavitose e terroristiche con successo grazie al sacrificio di tanti validi e generosi collaboratori.

Sono stato in Somalia durante la crisi del ’90, poi nella NATO per servizi di intelligence e controspionaggio nella Regione del Sud Europa (Grecia, Turchia, Gibilterra e Italia).

Per due anni, come capo di uno dei tre Servizi della Direzione Centrale di Roma ho contribuito a contrastare il traffico nazionale ed internazionale delle sostanze stupefacenti e psicotrope.

Infine presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ho operato nei Servizi di Intelligence Nazionali.

Iago in Otello (2012)

All’età di 63 anni mi sono congedato col grado di Generale di Divisione e Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana, medaglie d’oro per lungo Comando e Servizio.

Encomi solenni ed un enorme magone in cuore per aver lasciato la Famiglia dell’Arma ed i miei fratelli Carabinieri, davvero un baluardo per le libere Istituzione a difesa dei più fragili e bisognosi, servi solo del dovere.

Dopo il mio congedo, ho insegnato per dieci anni, come professore laico, presso l’Università degli studi di Chieti nel campo delle scienze sociali.

Tra le vicende più eclatanti legate al tuo lavoro, qual è quella che ti ha segnato di più?

A parte moltissimi eventi tutti meritevoli di essere citati e dove l’adrenalina era una costante compagna di vita, insieme alla sigaretta ed alla pistola per difesa personale (tutte fedeli compagne), mi sovviene uno per l’aspetto umano.

Avevo accettato un invito di parenti in una lussuosa villa del Circeo, dove gli invitati erano possessori gaudenti di panfili e conducevano una vita molto lontana dalla mia.

Tornato ai miei doveri, in un’alba che annunciava pioggia, mi toccò, era la prassi dei servizi operativi di cattura di latitanti, di accedere in una casa ove mi aprì la porta una donna di mezza età infreddolita, in leggera camicia da notte, coperta da uno scialle che le avvolgeva le spalle ed il petto, bruna e dagli occhi grandi e neri impauriti e tristissimi.

Suo figlio appena diciassettenne, da arrestare per scippo, giaceva con i suoi piccoli cinque fratelli e sorelle, chi a capo chi a piedi di un unico letto matrimoniale, giaciglio anche per la madre.

Caronte, presentato nei boschi di Altamura.

Nell’altra stanza un cucinino soggiorno ove nella vetrina credenza alcuni scarafaggi contendevano gli avanzi serali di una cena povera ai legittimi proprietari che li avevano stipati per il giorno dopo.

Guardandola nel profondo degli occhi mi commossi pensando che quella donna era sola e abbandonata, non solo dal marito, ma dalla società; quel ragazzo, certamente colpevole, forse costretto a provvedere in qualche modo, sbagliato, a sfamare quei derelitti.

Entrai in crisi profonda rispetto al mio dovere di carabiniere … perché mi sovvenne lo spreco di altri … e non solo al Circeo.

Lasciai che i miei uomini continuassero ad operare ed ultimare l’arresto, ed andai via portando nel cuore quegli occhi neri e tristi.  Immediatamente sollecitai il sindaco a provvedere con ogni aiuto possibile per quei dimenticati…

Macbeth (2014), con Rosanna Pastore. (ph. Angelo Angiulli)

Immagino la difficoltà di quei momenti! Una storia davvero commuovente. Ma ora cambiamo argomento. Com’è nata la passione per il teatro? E’ stato un modo per evadere dalla realtà?

Da ragazzino curioso, vivace… scugnizzo…, mi divertivo ad improvvisare cantando, recitando poesie e battute specie nelle riunioni dei tanti parenti nelle ricorrenze.

Ma per sopravvivere alla pensione, alla panchina e al burraco… non volendo rinunciare all’adrenalina, ho iniziato a cimentarmi al meglio in un lavoro di De Filippo e poi in altro di Fava con due diverse compagnie amatoriali.

Poi ho incontrato il maestro Roberto Petruzzelli che mi ha emozionato e reso più vero nel recitare Shakespeare in tre diverse tragedie e ruoli…ed è stata una esperienza straordinariamente formativa.

Il tuo volto dall’espressione dura, ti ha fatto interpretare personaggi cattivi, non solo per il teatro, ma anche per le fiction televisive e per il cinema. Vorresti parlarcene?

Io mi definisco un AMATTORE… che la dice lunga sulla predisposizione ma certamente anche sulla non professionalità. Questo mi spinge anche a dare il mio modesto contributo senza compenso.

La mia forza: una voce da tutti definita interessante e coinvolgente. Nei due anni pandemici, per scelta, non mi sono proposto perché ritenevo che quel po’ di spettacolo possibile fosse riservato a chi ne ha bisogno per campare.

I miei personaggi più importanti: un camorrista, Iago, Macbeth, Re Claudio, ma anche Novecento… Nel cinema/televisione: un bandito capo clan, un oste assassino di minore con Alatri, un arcigno professore con Porzio, ma anche un contadino comunista con Abel Ferrara

Poi tanti spettacoli a recitare brani e poesie in vari contesti tra cui la Divina Commedia in un bosco ad Altamura: chi potevo interpretare se non Caronte e poi Catone! Ma anche Ulisse, il brigante Crocco

Quest’anno è arrivato anche un ruolo nuovo per te, una veste diversa dal solito che ti ha permesso di cimentarti in un personaggio comico con l’accento napoletano, sto parlando del lavoro teatrale su Isabella d’Aragona e Bona Sforza. Cosa ha significato per te?

E’ in programma per l’autunno prossimo un avvincente spettacolo di Patrizia Gesuita, con la regia di Roberto Petruzzelli,  dal titolo “Come d’Incanto” ove sono coinvolto, nel ruolo di un medium, interlocutore moderno, sorpreso, affascinato ma anche ironico, di grandi personaggi della storia come Leonardo, Isabella d’Aragona, Bona Sforza e di un prezioso repertorio musicale d’altri tempi eseguito da grandi musicisti, nonché di danzatrici incantevoli.

Un Musical interessante e colto oltre che divertente ed istruttivo e perciò destinato ai giovani per renderli edotti del loro passato e spronarli a difenderlo ed emularlo.

Cercherò di dare il meglio in questa avventura che mi riserva una bonaria comicità Partenopea del tutto opposta alla condanna alla cattiveria che il mio aspetto e la mia voce evocano.

 

Dulcis in fundo: dopo aver conosciuto Armando Merenda come ufficiale dei carabinieri, attore teatrale, televisivo e cinematografico, ecco un’altra veste, quella dello scrittore. Che genere letterario hai trattato finora?

Quando vai in pensione ritrovi tante cose che la mancanza di tempo prima ti costringeva a stipare un po’ a caso. Vecchie foto, pergamene…e anche fogli con poesie che unisci a quelle più recenti in un raccoglitore.

Che farne! Lanciarle nel vento, lacerarle, farle ingiallire…? Così prendi coraggio e le presenti all’Editore che hai scelto per provata professionalità, per serietà e sincerità nel valutarne la pubblicazione. 

Con Giuseppe Laterza si è materializzato il libro di poesie dal titolo “ALBATRO“ ove dal nido, agli stridii di primavera, al primo volo, poi a quelli solitari, notturni, ai vuoti d’aria, alle scivolate d’ala ed alle ultime planate l’amore dà forza a quelle ali per vivere.

Un testimone da passare alle nuove generazioni in contrapposizione all’odio ed alla cattiveria.

 

Hai pubblicato quest’anno per Giuseppe Laterza editore il tuo ultimo lavoro. Ci dici di cosa si tratta?

Giuseppe Laterza ha pubblicato il mio “ODISSEROS” che reca come sottotitolo “fantasie tra il non detto da Omero”.

Un Ulisse privo d’armatura, nudo nella sua umanità di fronte alle sue più intime amorose avventure: da Calypso a Ino, Nausicaa, Le Sirene, Circe e poi a Penelope.

Un uomo, come tanti oggi, che vive il suo arco temporale senza sottrarsi ad Eros ed alla sua forza vivificatrice poeticamente simboleggiata dall”Alma Venus” Lucreziana.

Si affrontano tematiche quali: la giustizia divina, l’immortalità, la morte, il viaggio, la fedeltà, il senso dell’amore… ove nulla è dato per scontato.

Il finale insolito e fuori dal narrato tradizionale. E’ un testo teatrale che spero di rappresentare in un prossimo futuro e con la regia del maestro Petruzzelli

Sto per pubblicare con lo stesso editore il mio nuovo libro “Il silenzio del Capitano” una autobiografia professionale ma rispettosa del dovere di riservatezza che incombe su un servitore dello Stato.

Dove si possono acquistare?

Si possono ordinare presso qualsiasi libreria citando il titolo e l’editore che lo spedirà in giornata. 978-88-6674-304-0 è l’ ISBN .

Oppure con mail a:

www.edizioni@giuseppelaterza.it

o info@edizionigiuseppelaterza.it

La domanda la pongo da sola: cosa spinge un uomo ad attraversare sentimenti ed emozioni, con la freddezza della ragione e il calore della commozione, i tanti episodi della sua vita?

Armando Merenda, racconta doveri e passioni con responsabilità e vicinanza agli uomini, quasi fosse una missione la sua stessa vita. Lo ha fatto da Carabiniere, lo fa da Artista.

Patrizia Gesuita.

https://www.ibs.it/albatro-voli-d-amore-libro-armando-merenda/e/9788866743026

https://www.youtube.com/watch?v=7wXpf2rsFzE

https://www.youtube.com/watch?v=A0BsrtsU_98

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