mercoledì, 25 Giugno, 2025 10:20:39 AM

Bari – Ares Krieger – Guerriero di note

di Gianni Pantaleo.

Il lavoro di un artista ha bisogno di essere approfondito perchè si possa comprendere il suo messaggio espresso attraverso una poeisa, un testo letterario o con la sua musica.

Ascoltare o leggere senza conoscere lo stato d’animo con il quale l’artista compone, limita molto il suo lavoro proposto. 

Soprattutto quando siamo in un museo, di fronte ad un quadro astratto, nel senso non convenzionale, che non rappresenta un paesaggio o un volto.

O anche quando ascoltiamo un brano musicale che di melodia, nel termine di romantico o armonioso, non somiglia proprio a quella grande produzione musicale, soprattutto italiana pop, presentata nei vari festival o dei famosi tormentoni estivi.

Ecco la necessità di conoscere l’artista e come lui o lei, si siedono con lo strumento o comunque un produttore di suoni e fanno ricerca

Escludere a priori che quel brano non è orecchiabile, è banale. Banale perchè dell’artista, dentro quel brano, c’è molto di lui, o di lei, con il bisogno di esprimere il suo stato d’animo.

Ed qui ho sentito il bisogno di conoscere un autore che considero d’avanguardia: Gaetano Mongiello. Figlio del nostro tempo, curioso e colmo di emozioni. Eccolo. 

E’ un colto produttore di musica evoluta. Colto non nel senso accademico ma in qualità di ricerca e creatività proponendo soluzioni sonore che si riverberano dentro ognuno degli ascoltatori.

Un percorso che sicuramente ha una linea di partenza: quale è stato il primo cammino che le ha permesso di intraprendere questa strada?

Sin da bambino sono cresciuto seguendo i programmi televisivi video musicali che giravano su MTV (Music Television) dove a rotazione proponeva le hit del momento quindi sono cresciuto circondato dalla musica e dai programmi come festivalbar.

Essendo classe ’92 al età di 10 anni, nel 2000, spopolava la musica italodance di Gabry Ponte e Gigi D’Agostino e quindi grazie a loro mi sono appassionato del ruolo del Dj e del produttore.

Questa curiosità ha fatto si che crescendo ho cominciato a capire le tecniche per diventare un bravo Dj scaricando i primi software sul mio pc, finche nel 2011 ho acquistato la mia prima consolle con i miei risparmi e da li ho cercato di farmi subito conoscere in feste tra amici fino a fare dei dj set in feste privati nei locali della zona.

Nel 2015 nasce il progetto ARES KRIEGER e quindi oltre a fare il Dj ho iniziato a produrre i miei primi inediti in stile techno minimale rilasciandoli prima su piattaforme gratuite, per poi essere contattato da una etichetta discografica indipendente chiedendomi di firmare il mio  primo contratto discografico con loro.

Lei nasce in una terra che proprio in innovazione non eccelle. La Terra di Bari, la sua Bitonto, la Puglia, il Sud dell’Italia.

Terre legate alle tradizioni e alla cultura del territorio. Lei, però, si libera del luogo comune e fa della musica l’avanguardia della sua professione che è il suo obiettivo artistico. Una sfida?

Io sono molto legato alle mie origini , la mia terra la mia Bitonto e a tutte le sue tradizioni e alla cultura del nostro territorio, senza nulla togliere alla bellezza del Italia in generale.

La musica che propongo è una sfida con me stesso, il mio obiettivo è proporre questo genere che lo definisco di avanguardia per non steriotipare il fatto che il genere Techno o sperimentale appartenga solamente alla cultura berlinese ma grazie al continuo diffondersi della musica questo movimento può svilupparsi in qualsiasi altra nazione tra cui anche in italia.

Quindi la sfida da vincere per me è diffondere la musica d’appertutto.

Gaetano Mongiello

Gli inizi sono, mi scuso per il termine, amatoriali. Il percorso professionale, non nasce negli studi discografici e le prime consolle sono in spazi dei luoghi della nostra provincia.

Direi la gavetta. Una giusta partenza quindi. Cosa o chi le permise il salto nel mondo del professionismo?

Al inizio non è facile proporsi come Dj o produttore perché  c’è molta concorrenza e per spiccare devi fare tanti sacrifici imparare ad accettare i tuoi limiti, cercando di apprendere sempre di più esperienza ascoltando molta musica informarsi sul web.

Lo scambio di idee tra colleghi dj e producer questo fa si che accumuli nel tuo bagaglio culturale nuova esperienza da proporre ai tuoi ascoltatori.

Ho iniziato in maniere amatoriale in piccoli spazi creati a mo di studio arrangiandomi in qualche modo per poi lavorare in veri e propri studi di registrazione e questo mi ha permesso di migliorare la base dei miei progetti musicali.

Da li la carriera sul trampolino di lancio con etichette discografiche più seguite e più professionali che curano di più tutto l’artista.

Il calcolo è presto fatto: 15 anni di professione. Mi permetto di congratularmi. Sa perché? Perché non è facile essere presenti sul mercato.

Un mercato in continua evoluzione e che brucia in fretta qualsiasi novità che si dimentica in fretta perché ne compare una nuova. Conferma quindi, che il suo lavoro è un continuo sperimentare?

Si, come già detto prima nel 2015 è nato il mio progetto, e nel 2025 continua ad esistere e questo perché nonostante nei primi anni le mie prime produzioni non erano cosi professionali molti commenti erano negativi credevo che ciò che stessi facendo era una perdita di tempo, mi sentivo inadatto a fare il producer e mi chiedevo se dovessi solo limitarmi a fare il Dj.

Quindi ho pensato di abbandonare il ruolo di  produtore per qualche mese, solo che poi mi sono accorto che era più forte di me non resistevo.

Avevo voglia di creare qualcosa di mio e mi sono rimesso in gioco cercando di dare il meglio di me cosi ho capito e sopratutto lo consiglio per chi comincia a fare questo, che non bisogna mai farsi abbattere dal giudizio degli altri.

Bisogna sempre fare ciò  che piace a noi stessi perché se a noi rende felici non esiste nessun limite, e cosi è nella vita in generale le idee sono solo nostre i consigli si sono ben accetti ma la scelta finale è nostra.

Ares Krieger (Gaetano Mongiello)

Ares. Nel pianeta fantasy, sono riferimenti a eroi. Magari in una prima lettura, si potrebbe pensare ad una profanazione del buono a favore del cattivo.

Dio della guerra e per giunta guerriero. Ma è l’ascolto del suo genere musicale che scredita questi preconcetti e si capisce bene che le sue “armi” sono le note.

Questa è una “guerra” d’arte. Le chiedo: quando si propone con un suo lavoro, crede ci sia una prima perplessità dal pubblico, prima che “entri” nelle loro teste?

Il mio nome d’arte come già descritto in altre interviste prende spunto da “Ares” il dio grego della guerra e “krieger” che significa guerriero nella lingua tedesca.

Ho scelto appunto questo nome d’arte per descrivere la guerra intesa come lotta per conquistare il pubblico ma sopratutto lotta contro se stessi.

Quindi il mio non è un incitamento alla guerra, ma sopratutto la mia arma di difesa e la musica sono le note.

Secondo me sì, ho creato una sorta di perplessità nel pubblico quando propongo il mio lavaro, per chi conosce di persona sa che caratterialmente sono molto solare, socievole e che mi piace stare in mezzo alla gente.

Nel momento in cui produco, attraverso la musica techno, creo quell’ atmosfera cupa che mi circonda , quindi  questo mio concetto di espressione rende il tutto inaspettato.

Ratfoot

Una domanda che le “scava” il suo animo (tutti i guerrieri hanno un cuore, no?): ma a lei non la turba non essere compreso? Techno minimale. Ambient. Elettronica. Non siamo nel melodico e nemmeno nel pop…

Non essere compreso è una tematica che con gli anni ho accettato nel senso: io tutto ciò che produco deve innanzitutto piacere a me perchè sono molto autocritico e quindi finchè la produzione non è come voglio, non la rilascio.

Quindi se produco techno o magari elettronica sperimentale c’è di base che amo questo genere  anche se ascolto molta musica commerciale e pop.

Ho provato a realizzare qualche progetto più radiofonico e devo dire che ha funzionato ma queste produzioni sono di meno rispetto a quelle di genere techno o elettroniche perchè mi sento più adatto, più portato per questo.

Ratfoot. Alisa Yastrebova. L’Acid Techno. Sensazioni, emozioni, sonorità coraggiose. Il nord Europa non ha inutili sovrastrutture decorative grafiche, né composizioni melodiche stucchevoli. Culture algide forse dettate dalla geografia di quei paesi e dei suoi popoli. Il territorio influenza la musica?

Io penso che il territorio influisca molto sulla musica e trascina con sè anche la sua cultura. Io per esempio lavorando nei progetti con Ratfoot e Alisa, nonostante la distanza quindi Italia, Norvegia e Russia,  siamo  riusciti a trasferirci le idee giuste che poi si sono sviluppate in maniera naturale per portare l’inedito ad un ottimo lavoro.

Le sensazioni nel produrre musica ambient ascoltando le loro voci mi hanno permesso di viaggiare con la mente e trovarmi in quei posti li durante magari la visione dell’ aurora boreale. 

Alisa Yastrebova

Dark. Dalle sue origini culturali, la distanza è notevole. Ma lei affronta una cultura dark e la sviluppa. Siamo nei mondi beyond reality. “Bunker” è un sogno.

Si ascolta e si entra in un mondo onirico che lascia sgomenti. Lei và oltre la materia. Una ricerca sonora coraggiosa. Scelta culturale o stilistica?

“Bunker” e quell’immaginario di situazione Rave che rappresenta la cultura berlinese dove è nato questo genere e che riunisce gli appassionati in un unico posto dove l’importante non è la diversità di genere ma l’unione che la musica porta ai giovani e di condividerla insieme senza sentirsi diversi o esclusi.

L’obiettivo della musica deve essere questo: inclusione di qualsiasi tipo. L’album “Bunker secret location” rappresenta quindi l’inizio e la fine di un evento techno dal vivo. Lo si può dedurre dall’ intro  e l’outro del disco e come scelta per me più che stilistica, è culturale.

Oltre essere Dj. E’ la sua maturità artistica. Questo suo impegno ha un costo: non è popolare e quindi di massa, ma un prodotto, e torno alla mia prima considerazione, è un prodotto colto.

Negli anni ’70, un compositore tedesco, Klaus Schulze, “sconvolse” con l’elettronica e la sperimentazione, tutto un sistema musicale “orecchiabile”.

Poco noto, o meglio, noto dalle orecchie sofisticate (Mirage del 1977 fu un LP straordinario), fece scalpore tra i gruppi musicali importanti quali i Tangerine Dream.

Pensando ai vari sgarbati Festival o Euro Contest di luci e paillets senza contenuti, il suo posto in questo firmamento ha un privilegio: fa sognare. Ne è consapevole? Far sognare non è da tutti…

Si ne sono consapevole che il privilegio del  prodotto finale delle mie produzioni musicali è portare l’ascoltatore a sognare o ad immergersi nella mia musica.

 E cosi anche io quando produco, la mia mente spazia in base ai suoni e a ciò che sto ascoltando. Io penso che la musica sia il nuovo linguaggio per esprimere emozioni e stati d’animo laddove le parole o il linguaggio non verbale non riescono a farci comunicare.

In ultima: cosa c’è in cantiere? Glielo chiedo perchè vorremmo continuare a sognare.

In cantiere dopo il rilascio di “Bunker secret location” uscirà un nuovo inedito non in stile tecno ma melodico sperimentale e molto nostalgico.

Uscirà i primi di giugno su tutte le piattaforme digitali come (Spotify, Amazon Music , Itunes) e tanti altri e si intitola RED THREADS (Filo Rosso) e per chi conosce la leggenda del filo rosso, nella cultura Giapponese, saprà gia di cosa si parla.

Inoltre ci tengo a ringraziare la mia etichetta discografica APPROVED DARK gestita da Antonio Spaziani e il sito DJ PRODUCER gestito da Alex Belloni e Robber Hawk. per aver aumentato la mia visibilità sul web e per aver creduto in tutti i miei progetti oltre ad avere un grande rapporto di lavoro c’è di base una vera amicizia.

In un dissenso mondiale in cui viviamo, una delle risposte ad una umanità che si sta perdendo, è questa sana consapevolezza di una stregua di artisti che sostituisce alle armi convenzionali (e non), la Musica

E’ l’Arte la soluzione perchè si possano migliorare le società. L’Arte smuove. Agita. Rivoluziona. Il cinema, il testro, la musica, sempre denunciano soprusi, repressioni, prepotenze…

Un esercito di krieger come Gaetano Mongiello, sarebbero soldati le cui sole armi sono le note, quelle che penetrano gli animi umani per ripristinare un solo valore che si chiama Umanità.

Gianni Pantaleo.

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