sabato, 27 Aprile, 2024 2:40:38 PM

Polignano a Mare (Ba) – Quel colore di Giusy Carminucci

di Annalisa Semeraro.

Geografie emozionali (L’idea, 2022) è un viaggio profondo fra le suggestioni poetiche offerte dalla penna di Giusy Carminucci.

La raccolta poetica si articola in tre sezioni, Atopia, Mappe e Scenari, dotate ciascuna di caratteristiche distintive proprie.

Filo conduttore della silloge è l’Amore, declinato in diverse forme: amore per la propria terra, per un sentimento, per la vita, per sé stessi, per il proprio futuro.

L’opera tocca anche i delicati temi dell’amore violento, violato o proibito. Docente di Scuola Primaria, Giusy Carminucci è una poetessa sensibile, un’attenta osservatrice, dalla mente creativa e originale.

Ha  ideato il Piano Triennale delle Arti (Miur) e realizza laboratori teatrali e musicali per bambini e di letto-scrittura anche per adulti.

Collabora inoltre con il settimanale Fax. L’abbiamo incontrata in occasione della presentazione di Geografie emozionali, lo scorso 29 febbraio a Polignano a mare.

Di seguito il testo dell’intervista a Giusy Carminucci, che ringrazio sinceramente per lo scambio profondo, per la sua pazienza e disponibilità.

Qual è il valore aggiunto che la poesia può regalare alle nostre vite? Ogni poesia contenuta nella sezione Mappe è associata, anche graficamente, ad uno specifico colore. Se dovesse pensare all’arte di “scrivere poesie”, che colore le attribuirebbe e perché?

Se dovessi attribuire un colore all’arte di “scrivere poesie”, sceglierei il bianco: come un foglio che attende le parole… ma, soprattutto, perché è lo spettro di tutti i colori dell’arcobaleno , è la combinazione dei colori; è il colore con elevata luminosità, ma senza tinta… racchiude in sé luce e l’ essenza di sfumature…

La Poesia offre spessore e profondità a ciascuna delle esperienze della nostra vita. Non dà un valore aggiunto, ma è il valore vero, è la chiave di volta dell’esistenza.

Ecco perché è una forma di comunicazione di nicchia: non tutti vogliono essere empaticamente attraversati da un testo poetico, che chiede di essere abbracciato e compreso… e questa è la ragione, come affermo da anni, che: la Poesia salverà il mondo!

Nel componimento” Comunque lo si giudichi” lei scrive che “…il potere di un sentimento è specializzato in condizionamenti”. Ci illustri meglio questo interessante concetto.

Non posso. Ciascuno di noi deve ritrovare in quella poesia (che è senza titolo!) la propria dimensione di dipendenza o di libertà condizionata…

Geografie emozionali affronta con delicatezza alcuni temi difficili, senza risparmiarci gli aspetti più brutali della realtà.

Città del Mezzogiorno, Scenari di guerra e Blattspitz spiccano per carica emotiva e capacità narrativa. Blattspitz narra di tre ragazzi accomunati dal tragico destino della tossicodipendenza. Qual è il significato del titolo e com’è nata questa poesia?

Città del Mezzogiorno e Blattspitz hanno genesi differenti.  La prima nasce da una frequentazione negli anni ‘80 di Centri Storici o quartieri periferici di alcune nostre città.

Quando io potevo agilmente muovermi, in giro per il mondo, amavo percorrere quartieri con strade non battute dal turista abituale.

Così, avevo il piacere di attraversare , con tutti i sensi, vicoli e androni di palazzi in cui annusavo o  fotografavo (anche solo con gli occhi, quando non avevo la mia Polaroid con me!) la miseria e il passionale trasporto, a volte, anche di vite al limite.

“Città dei Mezzogiorno“ nasce nei primi anni della Scuola Superiore di Assistente Sociale, quando – spesso alla controra – con un pezzo di focaccia in mano andavo per le vie di quartiere Libertà o nella Città Vecchia di Bari.

Blattspitz, invece, è una poesia nata – diremmo oggi- da un “viaggio virtuale” e vede la luce alla fine degli  anni ‘80.  

Locandina della presentazione “Geografie emozionali”

Leggendo una rivista, rimasi colpita da un reportage che parlava proprio di questo immenso parco, nei pressi della stazione di Zurigo, il “Needle Park”, detto anche Platzspitz.

Nei primi anni ‘90 divenne tristemente famoso, come ritrovo di tossicodipendenti provenienti da tutto il mondo. In determinati periodi, ospitava fino a 3.000 drogati al giorno, tu immagina!

Lo scandalo fu che, per alcuni anni, per arginare il problema, la “ borghese” Zurigo decise di isolare il Parco, facendo finta di non vedere il problema, lasciando che quello diventasse un condominio a cielo aperto di anime perse in fiumi di eroina, cadaveri eccellenti della politica dell’indifferenza…

Permisero la “costruzione” di un vero e proprio ‘inferno della droga‘, in cui, da ogni dove, venivano a vivere liberamente il proprio percorso di morte migliaia di ragazzi; ma, quel che è più importante, la “costruzione” di questo ghetto aveva “ripulito” la benestante Zurigo da certe scene.

Questo fino al 1992, quando gli svizzeri decisero di intervenire, chiudendo Platzspitz. I tossicodipendenti stranieri vennero rimpatriati nei loro paesi d’origine.

Ciononostante, lo stesso problema di droga si ripropose alla vecchia stazione di Letten, fino al 1995.

Il parco fu letteralmente bonificato: c’erano cadaveri, vicino a cumuli di immondizia, giovani fatti e persi… vere e proprie scene dell’orrore!

Non potevo fermare la mano e il cuore, desiderosi di descrivere quelle scene di solitudine, che mi erano entrate nelle pieghe della vita e non volevano andar via…

Oggi quello è uno dei più bei parchi svizzeri: è un’amena oasi di pace, è frequentato da famiglie con bambini, ospita anche il “Museo Nazionale Zurigo” nel cui cortile interno si svolgono concerti, cinema  open-air e eventi di vario interesse culturale.

Ha pubblicato altre raccolte di poesie? Quali sono i suoi futuri progetti letterari?

Ho pubblicato una seconda silloge, nel  novembre 2023, il cui titolo è “Porte”. Ho quasi pronti per essere pubblicati: una terza silloge “Sfondi Integratori” e il mio primo romanzo d’appendice , di cui non voglio ancora svelare il titolo, ma che ha un’anticipazione nel libro “Porte“.

Gli artisti si caratterizzano per la loro visione più profonda, per la percezione più acuta e intuitiva della realtà. Anche solo da queste poche righe si evince come Giusy Carminucci rispecchi perfettamente tutte le qualità del Poeta.

Annalisa Semeraro.

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