di Patrizia Gesuita.
Luigi Spezzacatene, esperto professionista nell’ambito del settore costume. Da sempre stimato per la grande serietà e competenza nella ricerca storica e filologica, riesce a comunicare con semplicità il suo amore per la storia del costume affascinando con la sua freschezza, umiltà e spontaneità e incantando il pubblico delle conferenze, gli studenti e i suoi collaboratori. Nel tempo ha conservato nel suo sguardo la vivacità fanciullesca delle persone, che hanno non solo una grande mente e professionalità, ma anche un grande cuore di fanciullo, che gli permette di avere e continuare a realizzare i sogni nel cassetto.
Luigi Spezzacatene.
Com’è nata la tua passione per il Costume?
La passione per le Arti in genere è sorta fin da quando ero piccolo… chiaramente non ero consapevole di ciò che avrei voluto fare da grande, ma ho sempre avuto una grande propensione per il disegno, per le arti pur senza avere la coscienza di ciò che sarebbe accaduto in seguito. Ho frequentato il Liceo Artistico “De Nittis” e l’Accademia di Belle Arti seguendo il corso di Scenografia . E’ li che si è andata definendo la mia passione e propensione accanto a quella per l’insegnamento: a 21 anni ho, infatti, incominciato a tenere corsi di “Arte applicata”per i ragazzi del Borgo Antico barese.
Ricordo il tuo bellissimo Atelier di Costumi, ce ne vuoi parlare?
Avevo pensato a questa avventura imprenditoriale dal 1999, perché sul nostro territorio non vi erano attività imprenditoriali di questo genere. Successivamente nel 2005 abbiamo fondato una cooperativa nel Centro Storico, in cui ero Direttore Artistico e di produzione. Nel 2008 realizzai il mio sogno nel cassetto con “Artelier”, una realtà imprenditoriale unica nel settore di ricerca e creazione del costume, che ha avuto una grande importanza sul nostro territorio.
Carmen (2010).
Quando è nata la tua collaborazione con la Fondazione Petruzzelli?
Io ho avuto due tipi di collaborazione in tempi differenti: la prima come imprenditore della società “Artelier”, che si occupava di realizzazione di costumi per le rappresentazioni teatrali e operistiche, la seconda è quello che mi ha visto impegnato nella direzione/coordinamento del settore costume prima come come professionista e poi come dipendente dopo la vincita di un concorso pubblico.
Mi racconteresti qualche aneddoto, legato a qualche personaggio famoso, con cui hai lavorato?
Ci sono stati sicuramente grandi cantanti italiani e stranieri, così come eccellenti tecnici del costume. Non ci sono aneddoti particolari ma ricordi e collaborazioni interessanti e arricchenti. Sicuramente tra queste c’è quella con il Premio Oscar Franca Squarciapino per “Salomé“nel 2009 con regia di Vittorio Sgarbi. Ma anche quella per il il “Falstaff” alla Scala di Milano con regia di Robert Carsen in coproduzione con il “Metropolitan” di New York, “Royal Opera House” di Londra, “Nederlandse Opera” di Amsterdam. A queste si aggiungono le numerose collaborazioni con Moni Ovadia e la sua compagna Elisa Savi iniziate con “The Beggar’s Opera” nel 2005 proprio per il Teatro Petruzzelli.
Salomè (2009).
Hai avuto esperienza di programmi televisivi?
No, ma ho collaborato con il Cinema. Ho iniziato sin dal 1996 appena termina l’Accademia di Belle Arti. Ho incominciato con un cortometraggio in costume proseguendo con le varie produzioni cinematografiche che si iniziavano ad affacciare in Puglia nelle quali ho ricoperto i vari ruoli nel settore scenografia (da attrezzista a capo reparto).
Tuttavia Luigi Spezzacatene ha lavorato non solo in Italia, ma è stato molto apprezzato come costumista anche all’estero, per uno spettacolo che ha riscosso molto successo di pubblico e critica.
Esatto! Precisamente nel 2013. Quella è stata un’affascinante esperienza fatta col Teatro Kismet in occasione dei 100 anni del “Rep” (Repertory Theatre) di Birmingham. In realtà era la prima volta che mi misuravo nella costruzione di costumi in una sartoria straniera. Lo spettacolo era ispirato al testo di Philip Pullman: “I was a rat” con la regia di una fantastica Teresa Ludovico. Tutti i costumi di libera invenzione, evocavano suggestioni fantastiche ed erano ispirati ad alcune illustrazioni di Lorenzo Mattotti, un disegnatore che amo molto. Hai proprio ragione è stato un grande successo di critica e pubblico…è stato infatti molto emozionante (e gratificante) leggere le splendide parole spese da critici e pubblico.
Tu hai allestito diverse Mostre. Quali sono state le Mostre più importanti?
L’avventura espositiva di maggiore rilievo è stata sicuramente “1087 I Costumi della Traslazione”, allestita per quattro edizioni dal 2008 al 2011. Una mostra allestita nel Salone Murat, per 10-12 giorni l’anno che ha raccolto circa circa 12/13 mila spettatori per ogni edizione: circa mille visitatori al giorno! La Mostra ha avuto il Patrocinio di tutte le Istituzioni regionali e locali (anche religiose), del Ministero dei Beni Culturali ed è stata omaggiata da una medaglia di rappresentanza dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In questa mostra, forte dell’esperienza di Artelier e l’amore per la storia di questa città, ho inteso dare un contributo creativo alla ricostruzione dei costumi delle varie etnie presenti a Bari nell’XI secolo, il periodo in cui c’è stata la traslazione delle ossa del Santo Patrono San Nicola dalla città di Mira a Bari. Intorno a questo progetto hanno gravitato storici importanti e istituzioni accademiche di assoluto prestigio nazionale e internazionale.
I was a rabbit (2013).
Ricordo che hai collaborato, come costumista per diverse edizioni del corteo storico barese. Che ricordo hai?
Sicuramente è stato interessante vedere i costumi realizzati per la mostra“1087 I Costumi della Traslazione” , prendere “vita” sui corpi dei figuranti del Corteo Storico di San Nicola che si svolgeva, prima del Covid, ogni anno il 7 maggio. Per cinque anni i costumi da me disegnati hanno incorniciato i cortei storici con la regia di Nicola Valenzano e poi con Sergio Rubini.
Luigi Spezzacatene ha anche pubblicato dei testi molto interessanti sul costume. Ce ne vuoi parlare?
Ho pubblicato dei volumi (tutti editi da Pagina Editore) legati alla Mostra “1087 I Costumi della Traslazione” in cui sono confluiti i miei contributi. Inoltre un altro volume con un mio scritto specialistico è “Di seta e d’argento. L’andrienne di Maria Madalena” un testo realizzato in occasione del restauro della veste settecentesca utilizzata, in passato, per la vestizione della Madonna di Uggiano la Chiesa (in provincia di Otranto). In quel testo sono confluiti scritti storici di eccellenti intellettuali come, ad esempio, Maria Pia Pettinau-Vescina. Spieghiamo ai lettori che l’”Andrienne” era un tipo di abito settecentesco.
Falstaff.
La tua ricerca storica non si esaurisce solo con San Nicola. Noi come Centro Studi Mousiké e l’ensemble La Chirintana, abbiamo collaborato con te con lo spettacolo sulla Regina di Polonia e Duchessa di Bari: Bona Sforza,un altro personaggio della storia locale, nazionale ed europeo importantissimo. A questo punto mi viene da chiederti: Quale è il tuo approccio con la ricerca?
L’approccio con la ricerca non so se abbia svariate modalità. Sicuramente quella che conosco è quella della comparazione tra testi importanti e attendibili dal punto di vista storico, artistico e filologico. La mia ispirazione è prevalentemente iconografica, cromatica e di studio dei trattati e testi di ricostruzione storica e restauro di costumi autentici. I costumi per Bona Sforza derivano da questo tipo di ricerca.
Ti posso assicurare che tutto ciò è stato colto. Il pubblico e la critica hanno sempre molto apprezzato i tuoi costumi. Qual è il lavoro che porterai sempre nel cuore?
Mi piacerebbe poterti dare due risposte: Quando si fa questo lavoro, un pezzo di cuore, lo metti inevitabilmente in tutto ciò che fai. Il secondo è quello di un progetto che deve ancora venire.Le cose che mi sono rimaste nel cuore, sono sicuramente quelle del primo lavoro con Moni Ovadia, il lavoro con Franca Squarciapino. E i lavori fatti per gli spettacoli per bambini (anche al Petruzzelli) con le regie di Teresa Ludovico, Marinella Anaclerio e Maria Grazia Pani: vedere il teatro colmo di bambini entusiasti è davvero una meravigliosa soddisfazione.
Bona Sforza
Il Covid ha segnato un momento tragico purtroppo per il settore Cultura, già fortemente penalizzato nel nostro paese, e di conseguenza, ahimè, per tutti coloro che lavorano nell’ambito teatrale. Che progetti ha Luigi Spezzacatene nell’immediato (Covid permettendo)?
Il mio desiderio in questo momento è quello a cui, ritengo, tendano tutti coloro che lavorano nel mondo del teatro: vedere questi luoghi riaperti ed abitati. Mi vien da dire, con un gioco di parole, che il mio progetto è tornare a lavorare sui progetti teatrali per ricominciare a far vivere la fabbrica dei sogni.
Patrizia Gesuita.
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