di Gianni Pantaleo.
Lo studio di una disciplina non cessa durante una carriera. Il riferimento non è allo studio di una coreografia, ma a come si “arriva” a quella coreografia, a cosa spinge l’artista a mettere su quella coreografia. E’ un lavoro introspettivo personale, che rasenta il pensiero filosofico. Non mi azzardo a scrivere che è filosofia, sarei tacciato di saccenteria. Restiamo quindi nel contesto che lo studio di un balletto, ha genesi da un’idea. Il dovere di continuare a “studiare” è un compito che ha un qualsiasi professionsita delle arti. La ricerca ma anche la riflessione sui contenuti di una ricerca, sono il “materiale” didattico che un artista trasmetterà ai suoi allievi. Allievi. Non scrivo studenti. Socrate, Parmenide, Eraclito, parlavano ai loro allievi che sarebbero diventati i loro discepoli, coloro i quali avrebbero trasmesso il loro “pensiero”. Pompea Santoro, non ha solo danzato, ha anche espresso col suo personalissimo linguaggio, il suo pensiero e la breve intervista che segue, è stata una lezione di filosofia della danza. Lezione che “trasmetto” ai Voi lettori.
Sdrammatizza il lungo periodo che ha depistato il nostro vivere quotidiano attraverso una delle favole più belle di Charles Perrault. Potrei definirla una “parabola” che ci fa riflettere con la consapevolezza che dopotutto da un sogno ci si risveglia?
Sì, in effetti è proprio così, perché l’idea mi è venuta durante questo lungo triste periodo che abbiamo tutti attraversato e avendo nel mio repertorio un piccolo estrato della “Bella addormentata nel bosco” di Mats Ek, ho collegato il periodo in cui stiamo vivendo con questa fiaba che in qualche modo, simbolicamente, la protagonista si addormenta per un lungo periodo. Ma il tempo passa e quindi come è successo anche a noi, il tempo non ha fermato le nostre vite, anzi, siamo andati avanti e dunque collegare le due cose, così come accade alla bella Aurora, ad un certo punto ci siamo svegliati andando avanti con il nostro presente, attraversato dalla difficoltà vissuta. Quindi assolutamente sì, postremmo definirla una parabola.
Pompea Santoro
Riproporre e rivisitare il repertorio classico è un bel messaggio formativo per i giovani. Ha già sperimentato questa soluzione affinchè i giovani siano meglio sensibilizzati alle arti coreografiche?
Sì, però bisogna in qualche modo avere a portata di mano le coreografie adatte e soprattutto coreografie, direi, geniali, nel senso, come un po’ nel mio caso, di avere questo grande privilegio di poter lavorare sul repertorio di Mats Ek, estrapolando appunto degli estratti che come è noto, è riconosicuto come genio delle coreografie della danza contemporanea. Quindi assolutamente sì, se si è a conoscenza di un repertorio giusto, di un coreografo giusto, con un tema giusto che in assoluto e con la danza, lancia dei messaggi importanti ai giovani. Purtroppo esiste un problema: non tutti i coreografi trattano tematiche sociali di questa importanza come ha fatto Mats Ek. Oggi si tende a portare in giro e in scena, una danza un pochino più astratta, meramente estetica, diciamo così, mentre la particolarità di Mats Ek è che lui ha portato in qulche modo una realtà, tratta da una fiaba, ispirandosi a dei problemi sociali che raccontano la vita attraverso delle metafore, così che quindi, nella “Bella addormentata nel bosco”, Aurora non è più una principessa ma una ragazina un po’ problematica, un’adolescente che vive dei problemi privati e che finisce per trovarsi in difficoltà incontrando il Carabosse identificato come un personaggio frustrato, ai margini della società, che vive in un mondo disadattato, un mondo di droga ed è lì che lei si addormenta, entrando in “quel” mondo fatto di una realtà difficile da vivere. Mats affronta questo grande problema della nostra società e ha spesso un particolare interesse verso i giovani affascinati da questo effimero mondo. Mats affronta anche il tema del razzismo. Nel lavoro che sarà presentato in occasione della rassegna “Esplorare2021”, il medico che assiste Aurora per farla rinascere insieme alle quattro infermiere, che rappresentano le quattro fate, è un medico straniero e proprio perché straniero, non viene accettato, così come nella fiaba, Carabosse non viene accettata alla festa ma viene evitata così come il medico estraniato dalla sua vita professionle Sono temi mirati ad un pubblico giovane, indotto a riflettere, che capirà. Riconosco che non è facile raccontare con la danza. Raccontare con la danza è uno dei compiti più difficili che l’artista affronta, ma che Mats Ek riesce benissimo.
La protagonista, Aurora, nel balletto che sarà presentato per la rassegna “Esplorare2021” di Domenico Iannone, è una qualsiasi ragazza di oggi in difficoltà. Le fate si “trasformano” in operatrici della salute in difesa di un “maleficio” che tutt’oggi è presente tra i giovani. Il “farmaco” che porterà alla sua guarigione, sarà l’amore. Signora Santoro, potrà sembrare argomento vetusto, ma l’amore, è ancora oggi il rimedio al malessere individuale?
L’amore secondo me è la forza, il sentimento più potente che ci sia tra gli esseri umani perché se c’è l’amore c’è tutto. E’ il sentimento di cui un uomo o una donna, hanno bisogno. E’ il sentimento che vince sempre Ovviamente è l’amore inteso come l’amore sano, l’amore puro, quello che non soffoca, che non “possiede”, l’amore inteso non come legittima “proprietà”, l’amore malato… L’amore arma vincente che respira e fa respirare chi ama e chi è amato. Questa Aurora appunto, è una ragazzina per la quale si capisce che le manca l’amore, quell’attenzione verso un essere umano che lenisce la sofferenza. Ecco allora che ho pensato come poter dare una continuazione di questa “Bella addormentata nel bosco” che presentiamo del coreografo Mats Ek, con un seguito di questa protagonista combattuta, dolente, sofferente, consapevole di non avere risolto i suoi problemi con la droga. Quindi ho chiesto a Roberta Ferrara, giovane coreografa e con la quale avevo in passato già lavorato, di continuare su questa strada interpretando la storia di questa ragazza, di questa giovane donna in cerca dell’amore. In cerca di quella serenità negata. Dopotutto è proprio così: la ricerca dell’amore porta inevitabilmente a quell’equilibrio meritato a chi ha vissuto delle privazioni affettive. E’ vero che l’amore è importante, ma non abbiamo certezza che ci porti alla felicità. Indubbia che sia un’arma potente per stare insieme, però… però deve essere ascoltato. Appunto con Roberta Ferrara, questa ricerca pone la domanda di quale sarà la solzione per questa giovane donna. Sarà l’incontro con un uomo che la renderà felice? Nessuno conosce il proprio futuro.
Mats Ek Roberta Ferrara
La domanda allora resta. Ce la porremo tutti?
Esatto, perché non sappiamo quale sarà la risposta. Sarà l’amore? Purtroppo a volte non è questa la risposta.
Resta però una speranza…
Se ci pensa bene l’ amore, quello vero, quello più positivo, è l’amore che dovremmo provare per noi stessi. L’importanza di stare bene con se stessi perché poter essere felici con se stessi, permette di amare gli altri.
Mi scuso per la domanda impertinente: è sicura che se ci guardiamo intorno, troviamo l’amore? Osservo e noto che il Covid non pare abbia migliorato il nostro modo di vivere, anzi, ho la sensazione che ci abbia “abbruttiti”…
L’amore deve nascere da ognuno di noi… è così come per la cattiveria, che come molti altri sentimenti deleteri, fondendosi tra loro, trasmettono negatività. Così il sentimento dell’amore: quante più persone hanno la consapevolezza che un sentimento positivo possa essere trasmesso, tanto migliore renderà le nostre vite. Confrontarsi, rapportarsi con gli altri, una necessità indispensabile affinchè l’amore possa avere il sopravvento sugli altri sentimenti negativi. Riuscire a trovare le sensazioni positive anche quando esse sono scure e grigie. L’amore ha questo potere: dà la luce al buio.
…sta tutto nelle sue parole: i sentimenti umani non possono essere “slegati” dal pensiero. La testa e il cuore. Sta tutto qui. Nessuna complessità, nessun arcano meccanismo, nessun subdolo teorema comportamentale. Sta tutto qui: siamo energie connesse tra loro, basta la distonìa di uno di noi a corrompere quel grande dono che la Natura ha reso gli uomini tali: l’amore.
Gianni Pantaleo.
https://www.centroartemente.it/profilo/pompea-santoro/
Supervising Anna Landolfi
Le immagini e i testi potrebbero essere soggetti a copyright.