di Anna Landolfi.
E’ uno dei maestri del teatro comico del sud Italia. Noto anche per le qualità di musicista, Nico Salatino è regista e direttore artistico della Compagnia Teatrale Vincenzo Tisci, storica compagnia di teatro di prosa e di ricerca linguistica del territorio barese.
Un repertorio vastissimo, il maestro, spazia dall’ilarità al drammatico con profonde interpretazioni di personaggi a volte puramente costruiti, altre volte prese dal passato.
Una memorabile “La portapannere”, storica eroina del popolo vissuna nei primi del ‘900, a Bari, fu accolta dal pubblico e dalla stampa, con acclamato consenso da entrambe le parti.
Io stessa presentai ai lettori di “Arti Libere”, un servizio che presentava Anna Quintavalle, appunto la portapannere, la portabandiera.
Una tournèe a Roma. Apre così la stagione la Compagnia Teatrale Vincenzo Tisci che dirige da anni. Con quale spettacolo si presenterà e in quale teatro romano?
Sì, una tournèe che ci coinvolgerà per quattro serate al Teatro degli Eroi di Roma. Un teatro di tradizione dedito alle arti teatrali, letterarie e musicali.
Presenteremo “Pittori si nasce”, una commedia in due atti tra ironia e comicità. A Bari è stato presentato in puù repliche e con una buona accoglienza del pubblico che mi segue da anni e che, devo ammettere, mi emoziona e mi sprona a portare sempre nuove sceneggiature e nuovi personaggi.
Dalla sua esperienza di artista di lunga data, che “piazza” è Roma?
Il pubblico romano, deve sapere, è forse la prova del nove di un altro pubblico, più attento e più critico: quello barese.
Molti non lo sanno, ma nei tour di altre compagnie teatrali e anche di prime di film, Bari da sempre, è stata il test per il successo o meno di un lavoro. Superata la piazza di Bari, tutte le altre sono solo la conferma di quanto il pubblico barese decreti il successo o…un flop di un’opera teatrale.
Teatro Petruzzelli docet… Di fronte alla vastità del Teatro Petruzzelli, i cantnati lirici si spaventavno per quanto avrebbero dovuto “faticare” non poco affichè la voce riempisse il teatro. Teatro dall’acustica più perfetta dei teatri europei.
In giro per l’Italia, ricorda una città che più la conquistò per la sua accoglienza?
Trieste. Ho di quella bellissima città, ricordi di affetto non solo per la città ma anche per i triestini. Se non ricordo male, era il 1994 ed ero in coppia con Marco Milano, in arte Mandi Mandi, attore e cabarettista dal linguaggio sarcastico, pungente, professionista della satira.
Lo spettacolo si intitolava “Cellophane” e già in quello spettacolo, si parlava di quanto gli uomini ridendo ridendo, sporcavano e inquinavano sprecando e consumando a proprio uso, le bellezze della natura.
Un affettuoso ricordo capitò al Casinò di Venezia, quando la direzione, organizzò un siparietto agli ospiti del casinò.
Quale è, dal suo punto di vista di artista, la città che ha il pubblico più preparato ad assistere ad una rappresentazione teatrale?
Escludendo Bari, che mi accoglie sempre con grande affetto, è proprio Roma che ha il pubblico più attento e critico.
Ho un gran bel ricordo del pubblico del Teatro Anfitrione, con Sergio Ammirata e con la regia di Mino Guerrini, dopo lo spettacolo “Il paradiso può aspettare”, storia di un uomo salito al Cielo troppo presto e dal Cielo, rimandato sulla terra dove ne fa di tutti i colori pur di non tornare lassù.
Quello fu una straordinaria manifestazione di apprezzamento che il pubblico potette esprimere con lunghi applausi.
Crede sia un fattore di cultura della città o delle politiche amministrative che più incentivano le produzioni teatrali?
La politica ormai ha un enorme peso sulle produzioni teatrali. Un tempo, poco interessata al mestiere dell’artista, oggi nulla può essere più realizzato senza la partecipazione delle Istituzioni.
Nella storia del teatro, le produzioni erano tutte realizzate con i propri mezzi. Spesso mai sufficienti e non sempre gli incassi soddisfacevano le esigenze degli attori.
Un mestiere fatto più di carità da parte del pubblico che comunque ripagava con il sorriso il lavoro delle “carovane” degli attori vagabondando per paesi e piazze. Finalmente riconosciuti dallo Stato, attori e ballerini, sono meglio supportati da contributi pubblici.
Non che abbiano risolto le economie dei teatri o delle compagnie, eternamente in deficit, ma quel poco che viene distribuito, anche se non permette grandi produzioni, per lo meno, si va in scena.
Costi proibitivi, come “La portapannere”, una commedia tratta da una storia vera accaduta a Bari e che ho portato in scena grazie al sostegno del Teatro Pubblico Pugliese, ha un costo di produzione elevato proprio per la presenza tra attori, figuranti e tecnici, numerosi.
Le poltiche indirizzate al sostegno delle arti teatrali, indubbiamente incentiva una città alla cultura.
Che pubblico è il suo pubblico, maestro?
A questa domanda mi commuovo. Il pubblico che mi segue, il mio pubblico, è un pubblico che sa ridere col cuore. Ma che sa anche percepire quanto il mio lavoro sia fatto proprio per loro.
Prima di essere attore, sono un uomo e quando sento nel buio della platea, il respiro del pubblico, so che seduti ci sono uomini e donne che come me, aspettano solo di sorridere ai tanti dispiaceri che ci regala la vita. Soprattutto in questi ultimi anni.
Anna Maria Damato
Una novità in cantiere per la prossima stagione?
Sì. Un lavoro ben pensato e ancora in corso d’opera. Ovvio che non mi sbottono più di tanto, ma posso dire che Anna Maria Damato, attrice e drammaturga, ci sta lavorando sopra perché i testi sono scritti da lei.
La Compagnia Teatrale Vincenzo Tisci, naturalmente, con il suo ormai decennale staff, sarà protagonista di serate difficilmente dimenticabili.
Il piacere di intervistare il maestro Nico Salatino, è il piacere di un uomo la cui vita è dedita al teatro. E come le due maschere, icone del teatro sin dall’antica Grecia, quella che sorride e quella che piange, il suo volto è il Giano bifronte dell’Arte del Teatro.
Anna Landolfi.
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