di Gianni Pantaleo.
Tra i tanti strumenti che compongono un’orchestra, uno tra tutti ha origini antichissime e quasi di naturale scoperta dell’uomo: il corno.
Antichissimi ritrovamenti preistorici, rivelano quanto la necessità di comunicare tra le popolazioni autoctone, sia stata importante.
Per istinto e per innata curiosità dell’uomo, il corno, o meglio dire, le corna, protuberanze ossee cave di molte specie animali, divennero strumenti che producevano un suono. Da quell’uso, nel tempo, divenne anche uno strumento musicale.
Lei suona uno degli strumenti più importanti in un’orchestra. Prima del corno, è importante il musicista. Quando e dove si forma Alfonso Rondinelli, cornista.
Mi diplomai con il vecchio ordinamento e prima della riforma dei conservatori con la guida del m° Pietro Palmisano presso il Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari.
Ho seguito corsi di perfezionamento con il m° Konstantin Becker e con la prof. cornista Frøydis Ree Wekre, rispettivamente primo corno al Teatro La Fenice di Venezia e ex-primo corno dell’Orchestra Sinfonica di Oslo.
Perfezionai i miei studi sempre al Conservatorio di Bari, Niccolò Piccinni, con il corso sperimentale di secondo livello cominciando la mia carriera di cornista presso compagnie musicali e bande.
Il suo debutto in un’orchestra: quando è stato e cosa ha provato?
Il mio debutto in assoluto fu proprio durante gli studi. Accadde durante una lezione con il m° Francesco Lentini e fui proposto come cornista per un concerto.
L’emozione fu davvero grande. Ma fui sopraffatto dall’ansia soprattutto durante le prove. All’ansia sopravvenne la gioia pensando all’emozione che avrei trasmesso al pubblico.
Corno francesce doppio.
Il corno sappiamo in tanti che è fondamentale per l’esecuzione di una composizione d’orchestra. Perché e quali caratteristiche ha il suo suono nel contesto di un’opera musicale?
Il grande Robert Schumann diceva che il corno è l’anima dell’orchestra e non sbagliava. Le caratteristiche del corno sono il suono pastoso, morbido, anche metallico in alcune sue sonorità in rapporto a come si suona, per le sue caratteristiche strutturali, che permette di passare dalle note calde a quelle squillanti, brillanti.
Ad esempio, il corno barocco che è senza cilindri ha un suono più caldo perché più ricco di armonici.
Il corno è uno strumento antico. Può darci notizie sulla sua storicità?
Il corno è probabilmente uno degli strumenti più antichi. Le prime testimonianze di questo strumento risalgono alle popolazioni primitive, quando gli uomini scoprirono che attraverso le conchiglie, le ossa cave degli animali, canne di arbusti, soffiando provocavano un suono.
Questi furono adoperati come segnali acustici per trasmettere un pericolo o una qualsiasi altra forma di messaggio. Il nome del corno nasce proprio dall’uso delle corna di animali.
La Bibbia cita lo shofar (n.d.r. piccolo corno di montone utilizzato come strumento musicale) usato per le cerimonie ebraiche.
Anche durante il periodo etrusco, troviamo strumenti simili in terracotta, lo stesso impero romano usava la buccina (strumento a fiato in uso presso i Romani, formato da un tubo di bronzo, ricurvo) soprattutto in guerra o durante le campagne militari di conquista.
Lo shofar, corno ebraico suonato in occasioni religiose.
Abbiamo altri esempi di corno chiamato corno delle alpi, tutt’oggi usato e di forma particolarissima: un corno lunghissimo appoggiato sul terreno con alla fine una campana rovesciata e dal caratteristico suono che faceva eco nelle valli alpine.
Fu nel Medioevo che il corno ebbe il suo utilizzo nella caccia o usato come corno di postiglione, il cui uso era di annuncio di una missiva che partiva o arrivava a destinazione in un castello.
Dal XVII° secolo, il corno fu utilizzato nelle corti durante rappresentazioni musicali da camera e successivamente impiegato in composizioni teatrali.
Nel tempo il corno si è evoluto sia nella forma che nella struttura per sviluppare tonalità modulate con le ritorte, che vediamo visibilmente nello strumento stesso e che permette al musicista di eseguire vastissime tonalità insieme a tutti i componenti di un’orchestra, c’è la ritorta in Re, la ritorta in La, la ritorta in Mi bemolle, eccetera. Si svilupparono poi corni a pistoni fino all’attuale corno a cilindri.
La buccina, corno dell’antica Roma.
E’ uno strumento dal suono importante, che evoca paesaggi. A volte sembra lasci un’eco una sua nota. E’ uno strumento “nobile”. E’ una sensazione errata quella che provo?
Non è una sensazione errata. Le sarà capitato di ascoltare dei concerti con dei “punti” scoperti in esecuzione quando il corno è in “solo”, proprio per dare allo strumento la sua valenza fondamentale nel complesso dell’orchestra.
Circa strumento nobile: il corno è stato suonato in tutte le corti europee quando i musicisti dell’epoca gli dettero un’importanza strumentale per la sua particolare sonorità maestosa, diventando così uno strumento solista, molto apprezzato nelle corti d’Europa.
Può il corno essere considerato strumento “solista”?
Sì, molti compositori hanno scritto parti per pianoforte e corno o terzetti di corni o anche musica da camera con cinque strumenti. Uno su tutti, Mozart è stato un cultore del corno e della sua importanza in un’opera.
Tarquinia (RM), corno etrusco IV esc. a.c.
Importante presenza del corno è nelle bande. E’ una consuetudine storica il cornista nelle bande?
Come tutti gli ottoni, che indica gli strumenti a fiato di questo metallo, ha una sua importanza nell’insieme degli strumenti cha compongono una banda o un’orchestra.
Corno alpino.
Nel complesso bandistico. Il corno è uno strumento che lega gli strumentisti che hanno un registro acuto e gli strumenti con registro grave, intendo rispettivamente clarinetto e sax e poi flicorni, bassi e tromboni.
L’uso del corno nelle bande può essere considerato strumento accompagnatore o solista perché ci sono composizione di corno e banda dove il corno emerge come strumento di capacità sonore dalle caratteristiche uniche. Questo interesse per il corno nasce dalla fine dell’800 fino ad oggi.
Nella musica contemporanea, quanto è presente nelle composizioni moderne?
Il corno è spesso presente nelle composizioni contemporanee. Tra i compositori che hanno utilizzato questo strumento, posso citare Leonard Bernstein e Richard Burdick, Paul Dukas e Reinhold Moritzevič Glière che hanno scritto importanti partiture per corno e orchestra.
Paul Dukas scrisse un bel brano per pianoforte e corno dal titolo “Villanelle”. Un brano dove il compositore vuole far emergere la differenza del suono tra corno barocco e corno moderno.
Gli ottoni.
Lei, m° Rondinelli, è in formazione con una band: storia, produzione e componenti dei colleghi musicisti.
Nel 2014 fondai con altri colleghi, un quintetto formato da un corno, due trombe, un trombone e una tuba.
La prima tromba è Adriano Palmieri, la seconda tromba è Vincenzo Colaprice, il trombone è Francesco Di Palo, la tuba Angelo Montemurro e il corno ovviamente io.
Il gruppo si chiama Barium Brass Quintet. Questo gruppo nasce con la voglia di trasmettere, di comunicare attraverso un nostro repertorio, le stesse emozioni che proviamo noi suonando.
Un repertorio vasto dal classico alle colonne sonore, jazz, raggae. Siamo stati ospitati più volte in teatri della Puglia e la partecipazione attiva del pubblico ci ha più volte ripagato del nostro lavoro di musicisti.
Cosa ha spinto Alfonso Rondinelli a scegliere un’arte come la musica?
Tutti sanno che l’arte è una forma di comunicazione. Quando un musicista suona, esprime un’emozione, interpretando la lettura di uno spartito ma soprattutto quello che il compositore trascrive di sé con le note.
L’autore che scrive musica, avrà certamente voluto raccontare un episodio attraverso la musica. E’ importante, quindi, immedesimarsi in ciò che l’autore ha voluto dire e poi attraverso lo strumento trasemttere la stessa emozione voluta dall’autore.
Questo messaggio è una forma di linguaggio alla portata di tutti in un contesto di armonia con sé stessi e con il mondo.
Suonare per altri versi è rilassarsi o anche volere stare soli con sé stessi per ritrovarsi e aiutare a riflettere.
La musica posso considerarla una forma di terapia e l’artista è portatore di benessere. Soprattutto con la musica, linguaggio universale.
Potremmo essere in qualsiasi parte del pianeta, in qualsiasi continente, un artista con il suo linguaggio musicale, si fa comprendere da tutti.
Barium Brass Quintet: Tony Santoruvo, prima tromba;
Angelantonio De Pino, trombone;
Angelo Montemurro, tuba;
Alfonso Rondinelli, corno;
Giovanni Formiglio, seconda tromba.
Lei occupa un ruolo di cornista in una fanfara: vuole spiegarcelo dove?
Intrapresa la strada del musicista, dal 2003 sono nella Fanfara dell’Aeronautica Militare. Anche se il termine fanfara caratterizza le orchestre militari, le fanfare sono vere e proprie bande orchestrali.
Occupo il ruolo di primo corno. Ho seguito la carriera militare, memore del fatto che mio padre era un militare e capo fanfara sempre dell’aeronautica.
Sono fiero di continuare questo cammino musicale, di artista e nello stesso tempo militare.
Trani, 16 luglio 2016, Chiesa del Carmine. Barium Brass Quintet, “Strike up the band”. Con: Cataldo Di Tommaso, prima tromba; Nicola Pappalettera, seconda tromba; Angelantonio Di Pinto, trombone; Alfonso Rondinelli, corno; Angelo Montemurro, tuba.
L’interessante “lezione” su questo strumento che spesso non ci accorgiamo nell’insieme di una orchestra, è stata importante.
Concentrare l’orecchio solo su alcuni suoni di importanti altri strumenti musicali, limita il nostro amore per la musica.
Capire uno per uno gli strumenti con lo scopo si ascoltarli tutti in una composizione sinfonica, ci dà l’emozione di quanto la musica sia una delle sensazioni più profonde dell’arte.
Gianni Pantaleo
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Sei grande continua così