martedì, 30 Aprile, 2024 6:14:43 AM

Bari – DUNIA , il nuovo lavoro discografico di Almoraima

l’Editoriale.

Un “viaggio nel deserto” alla ricerca dell’essenza primordiale e selvaggia della musica.


Dopo cinque album e un quindicennio di collaborazioni, il lungo percorso di Almoraima prosegue all’insegna della sperimentazione con “Dunia”, il nuovo lavoro discografico della band fondata da Massimiliano Almoraima, che porta in scena 12 nuove composizioni concepite intorno al tema dell’improvvisazione.

Le sonorità arabo-andaluse, ispirazione madre e rotta lungo la quale corre il viaggio di Almoraima,

cucite ad altri echi del Mediterraneo

e alle tradizioni musicali delle terre d’origine

dei componenti della band si intrecciano ora agli arrangiamenti jazz di Dunia,

in un progetto originale che vede in scena Massimiliano Almoraima (oud),

Saleem Anichini (viola e violino),

Giovanni Ceresoli (chitarra flamenco)

e Matteo Resta (basso elettrico).

DUNIA
in scena il nuovo lavoro discografico di Almoraima
Musica arabo-andalusa, echi del Mediterraneo e jazz sulla rotta dell’improvvisazione.

Dunia è il nuovo lavoro discografico di Almoraima dai paesaggi sonori medio orientali, in cui si riconoscono differenti tasselli musicali, impressioni e suggestioni.

Un mosaico di melodie intimiste, che talvolta rivelano lampi di pura poesia e di visioni fantastiche trasmutate magicamente in note musicali, dominate da una natura che a tratti sembra ancora primordiale e sorprendentemente selvaggia.

Un rito di passaggio capace di trasporre in suoni storie romantiche e visionarie di spiriti liberi, un po’ sognatori e anticonformisti.

Da ricamatori di melodie, gli Almoraima sono del parere che fra jazz e musica arabo andalusa ci sia una sorta di contiguità, un’eco dovuto alla pratica dell’improvvisazione.

Questa riflessione è alla base del loro ultimo lavoro discografico, Dunia, nel quale un vero e proprio “dream team” interagisce nella ricerca di una possibile e sognante risonanza fra linguaggi e storie diverse e distanti.

Abituati a privilegiare la dimensione compositiva, si è trattato dunque di approfondire il tema dell’improvvisazione: per questo hanno inserito per la prima volta nell’ambito delle loro composizioni anche dei frammenti totalmente improvvisati (Taqsim) propri della tradizione araba.

Lungi dal voler essere un pastiche fra musiche diverse, lo spettacolo rende intera all’ascoltatore la gioia, e la magia, dell’incontro fra culture e sensibilità diverse.

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