di Yuleisy Cruz Lezcano.
Dai tempi, nella storia, l’essere umano si è caratterizzato in molteplici modi: come essere razionale, come essere linguistico, come essere sociale.
Eppure, una delle sue caratteristiche più profonde e dimenticate è questa: prima di tutto, siamo desiderio. Siamo creature che vogliono, che anelano, che si muovono verso qualcosa.
Amore e Psiche – Antonio Canova (1757-1822)
Museo del Louvre – Parigi
Prima ancora di capire chi siamo, prima di parlare o agire, siamo animati da un impulso che ci precede e ci definisce: il desiderare.
Siamo figli del desiderio: prima ancora di nascere, siamo stati la manifestazione concreta del desiderio sessuale dei nostri genitori, o forse dell’affanno della specie per procreare e perpetuarsi.
In ogni caso, siamo nati perché qualcuno ha desiderato che accadessimo. Non c’è vita che non scaturisca, in fondo, da un moto profondo della volontà, sia esso conscio o inconscio.
La nascita di Venere – Sandro Botticelli (1440-1510)
Galleria degli Uffizi – Firenze
L’universo stesso potrebbe essere interpretato come la manifestazione di una volontà senza fine, una forza cieca e vorace che crea, distrugge e si rigenera.
Ma senza entrare nel territorio della metafisica, è evidente che nella realtà quotidiana i nostri desideri sono diventati oggetto di interesse, di studio e di sfruttamento.
Le grandi aziende, le piattaforme digitali, i governi: tutti trafficano con il nostro desiderio. Lo cercano, lo catturano, lo indirizzano.
Il bacio – Gustav Klimt (1862-1918)
Österreichische Galerie Belvedere
Hanno compreso che possedere i desideri degli individui significa possedere la loro volontà, e quindi la possibilità di ottenere da essa ciò che serve: dati, denaro, voti, consenso, obbedienza.
Non è un caso che all’interno delle multinazionali si siano insediati dipartimenti di marketing comportamentale, dove si analizzano i desideri potenziali, latenti, persino silenziosi, che un marchio o un messaggio può risvegliare nei soggetti-consumatori.
E questi consumatori, progressivamente, si consumano nel loro continuo consumare, incapaci di distinguere tra ciò che vogliono davvero e ciò che è stato sapientemente instillato in loro.
I Bronzi di Riace – Fidia (presunto) ?-430 a.c.
Museo Archeologico Nazionale – Reggio Calabria.
Questo fenomeno è particolarmente preoccupante quando a sequestrare i desideri non sono solo i mercati, ma le stesse figure educative e genitoriali.
Quando i genitori anticipano ogni desiderio del figlio, quando ogni vuoto è subito riempito, ogni frustrazione evitata, ogni no trasformato in un sì rapido e gratificante, il bambino cresce senza imparare a desiderare.
Senza immaginare, senza attendere, senza progettare. Il risultato? Ragazzi che non desiderano più niente. Adolescenti saturi, stanchi, sovraesposti.
David – Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
Galleria dell’Accademia – Firenze
Anime esauste che si rifugiano nell’apatia, nella passività, o nell’iperattività indotta. Perché quando il desiderio è cancellato, l’energia vitale si spegne o si dispera.
Per tornare a desiderare, bisogna modellare il vuoto. Lasciare spazio. Non colmare subito ogni assenza. Non fornire immediatamente risposte, attività, premi.
Solo nel vuoto nasce l’immaginazione, e l’immaginazione è la madre del desiderio autentico. Bambini e adolescenti non hanno bisogno di più competenze tecniche, ma di conoscenza viva, libera, non finalizzata alla prestazione.
Le Baiser – Pablo Picasso (1881-1973)
Musée National Picasso – Parigi
Hanno bisogno di imparare ad ascoltarsi. Di annoiarsi, persino. Perché la noia, se protetta, diventa fermento creativo. Hanno bisogno di silenzio, dentro e fuori, per poter sentire qualcosa che non sia solo eco del mondo esterno.
La capacità critica nasce anch’essa dal desiderio. Dal desiderare capire, discernere, andare oltre la superficie.
In un sistema che ci vuole continuamente distratti, soddisfatti e prevedibili, desiderare davvero è un gesto rivoluzionario. È un atto di riappropriazione della propria volontà, di rifiuto del pilotaggio mentale, di resistenza alla fatica invisibile che ci schiaccia.
Gli amanti – Renè Magritte (1898-1967)
MoMa – New York
E allora sì, è urgente riavviare l’immaginazione delle nuove generazioni, insegnare loro a desiderare senza vergogna, senza fretta, senza paura.
È necessario proteggerli dall’addestramento che rende ciechi, che promette tutto e non dà niente, che svuota invece di nutrire.
Il desiderio non è uno spazio prefabbricato. È un territorio selvaggio, fragile, libero. Non può essere colonizzato senza che la libertà stessa venga intaccata.
Il bacio alla finestra – Edvard Munch (1863-1944)
Galleria Nazionale – Oslo
È tempo di riconquistarlo. Perché chi non desidera, non sceglie, e chi non sceglie, non vive: sopravvive. Dobbiamo restituire alle nuove generazioni il diritto al desiderio, prima ancora del diritto all’educazione o al lavoro.
Perché solo desiderando, e desiderando davvero, si può diventare pienamente umani.
Yuleisy Cruz Lezcano.