venerdì, 26 Aprile, 2024 11:18:34 PM

Simona Medda, sognatrice d’eccellenza

Di Anna Landolfi.

Non posso non credere che ci siano animi che non si incantino di fronte ad un fiore. Quanti restano estasiasti e ammutoliti, guardando un campo di papaveri scarlatti su una distesa verde. E la vista spazia all’orizzonte. E il profumo della terra dopo la pioggia? E dalla coltre di neve quando sbucano i bucaneve? E lassù, in alto, delle ripide montagne, arrampicati alle rocce, le stelle alpine? E rose, calle, lilium, gardenie, azalee…un pianeta di fiori. Di seguito, colei che reputo una testimone di queste emozioni: Simona Medda, fiorista, wedding flower design.

Fiorista: è il termine che nella “Treccani” indica “pittore dei fiori”. Lei al posto dei pennelli, ha le mani. Recide, compone, assembla, crea… Se non è arte questa! Si riconosce in questa definizione citata dalla migliore enciclopedia della lingua italiana?

“Pittore dei fiori” direi che si tratta di  un’ affermazione esatta ,posso però aggiungere che a differenza di questi ultimi mi sento più fortunata, perchè la gamma di colori che la natura ci mette a disposizione, a parer mio, è  senza ombra di dubbio più fantasiosa, in fondo dalla natura e dai suoi abbinamenti cromatici, sono nati i colori artificiali ed è da essa che ogni pittore ha sempre preso ispirazione e questo capita anche a me. Nella testa nasce l’idea e le mani poi eseguono e compongono, per cui direi di sì: noi fioristi, nel nostro piccolo, siamo gli artisti nel meraviglioso mondo della natura.

Deduco quindi, che l’arte sconfina anche in discipline professionali quali la sua. Ma lei ha un valore aggiunto: alla creatività, ai colori di ogni fiore, aggiunge il profumo di essi. Cosa questa che né quadri o schermi televisivi, ci danno. Posso considerare la sua professione molto più complessa di quella che pensiamo sia?

 Il valore aggiunto della natura con i suoi profumi ed i suoi colori fa sì che i nostri lavori trasmettano emozioni uniche e speciali , il fine dei miei lavori floreali è quello di riuscire a trasmettere tutte le emozioni che ho dentro  ed è meraviglioso quando riesco a toccare il cuore con le mie creazioni , è qui che parliamo d’ arte nel vero senso della parola, ma è solo quando un fiorista, all’ abilità delle sue mani e alla sua fantasia, aggiunge il proprio cuore e la sua grande passione. Tutto avviene in modo naturale, per cui credo che la difficoltà più grande nel mio settore da floral sia proprio quello di riuscire a trovare il connubio perfetto tra tutte queste caratteristiche personali ed io nel mio piccolo le vivo sin dentro l’anima.

La sua arte coinvolge alcuni dei nostri sensi. Vista e olfatto. Ma irresistibile è anche il tatto: chi non ha mai sfiorato i petali di una rosa. C’è un profondo studio per diventare una professionista come lei?

Mi sono affacciata a questo spettacolare mondo quasi per caso e mi sono fatta travolgere a tal punto da farne una professione. Per diventare tale non potevo che seguire un percorso formativo che è cominciato nel 2008, con dei corsi base e che tutt’ ora non perdo occasione per aggiornarmi. La mia sete di sapere è tanta e sono del parere che non si finisca mai di imparare. Ciò che mi dà più soddisfazione nel mio lavoro, è il mondo del wedding, un mondo in continuo cambiamento. Ogni anno ci sono nuovi stili, nuove mode e non posso permettermi di stare indietro. In questo mercato, che è diventato nel corso degli anni sempre più esigente, mi trovo quasi costretta a studiare per rinnovarmi. Una caratteristica importante del mio essere, è la voglia di realizzare sempre allestimenti nuovi, ogni evento deve essere unico nel suo genere . Devo gran parte del mio sapere alla mia insegnate di sempre Patrizia Di Braida, wedding floral designer, che con la sua scuola Bloom’s Accademy in Italia, è unica nel suo genere e che mi permette di crescere sempre più nel mio mondo.

L’arte si è sempre occupata di temi floreali: Botticelli, Caravaggio, Cézanne. Giacomo Puccini mise in scena “Boheme” con la sua dolce Mimì, che non era una fioraia, ma una ricamatrice di fiori. Nel cinema c’è “My fair lady” con protagonista assoluta una fioraia. E poi i tessuti: i fiori sono elementi che noi donne indossiamo con molta allegria. Lei ha scelto questo lavoro per un’innata sua sensibilità. Avrebbe fatto altro? Come cominciò?

Come ho già anticipato prima tutto, è nato un po’ per caso, anche se non nego che ho sempre avuto un debole per la natura e tutte le sue meraviglie. Da piccola sognavo di diventare una veterinaria. Il mio sogno è sempre stato quello di avere una fattoria, all’età di 22 anni mi sono trovata a dover gestire una rivendita agraria che in giro di poco tempo diventò un pet shop, per via del mio amore per gli animali. Avevo di tutto: dall’iguana ai pesci tropicali, coniglietti, criceti, pappagalli e canarini, ma vendevo anche fioriture stagionali, concimi per la terra e vasi e questo mi ha portato a frequentare serre florovivaistiche. Da lì a poco è nata la mia seconda passione, quella per i fiori. Il mio primo approccio è stato casuale, seguendo il consiglio di una mia carissima amica (che purtroppo ora non c’è più). Fu lei a dirmi di iniziare a portare dei fiori recisi nel mio negozio visto che la fioraia del paese aveva deciso di chiudere la sua attività. Non ci pensai due volte, la cosa mi incuriosì a tal punto che seguii il suo consiglio. Ricordo ancora che andai in azienda e presi un mazzo di roselline, un po’ di verde e della carta per confezionamento. Arrivata in negozio entrò subito una cliente e mi chiese se per caso avessi delle rose per un omaggio ad un’amica, (pensai è uno scherzo visto che ancora non le avevo portate giù dalla macchina!). Rimasi sbigottita e sinceramente non sapevo neanche da dove cominciare, realizzai così la mia prima composizione, accontentando la mia cliente a tal punto che ebbi poi di seguito diverse richieste che mi portarono a seguire anche questa strada. Continuai così per circa un anno, da autodidatta, improvvisandomi anche in eventi e matrimoni. La mia caparbietà mi ha portato a non tirarmi mai indietro. Ma sentivo dentro me che avevo la necessità di studiare e con grande fatica eccomi arrivata sin qui. Ho abbandonato a malincuore il pet shop perchè fare il fiorista ti assorbe anima e corpo. E’ un  lavoro meraviglioso ma pieno di fatiche e grandi responsabilità che ti lasciano poco tempo perfino per te stessa!

 

    

Lei è una “wedding flower design”, professione molto accreditata e sofisticata. Io la definirei “architetto dell’immagine”. Hanno idee chiare i futuri sposi quando si consultano con lei? O “corregge”, per esperienza naturalmente, alcune loro decisioni?

Col passare degli anni mi sono specializzata sempre più nel settore del wedding. Ho fatto dei master e studiato per diventare wedding planner sempre con la Bloom’s Accademy. Io mi occupo più che altro del settore floral, che credo sia, in un evento, la parte più entusiasmante. Questo settore mi permette di sognare assieme alle mie coppie di sposi e allo stesso tempo di dar libero sfogo alla mia fantasia. Le coppie che arrivano da me negli ultimi anni sono sempre più preparate perchè con i social (tra questi Pinterest è il più noto), hanno già in mente ciò che vorrebbero realizzare per il loro giorno da favola! Il compito, poi, è di personalizzare l’evento e trovare un filo logico che unisca lo stile dell’evento ai gusti degli sposi stessi, nel pieno rispetto del budget di ciascuna coppia. In questi ultimi anni sempre più coppie decidono di sposarsi con cerimonia civile o cerimonia simbolica all’aperto, al mare, in un parco, nelle ville o addirittura negli spazi esterni della location stessa. Non nego che ho un debole per questo genere di eventi, trovo entusiasmante creare ambientazioni da favola negli spazi esterni e cerco di studiare scenari sempre nuovi ed originali. Si parte da un progetto iniziale e come un architetto fa nel suo lavoro, si trasferisce poi tutto dal sogno alla realtà!

 

La sua professione è davvero complessa: decorazioni, interni, arredi, addobbi…dimentico qualcosa?

La mia professione è complessa, sì certo, perchè alle fatiche della gestione giornaliera del negozio aperto al pubblico, c’è la realtà di una famiglia, una casa da seguire con tre figli e tutte le loro problematiche e già questo non è una passeggiata. Ma se poi si aggiunge lo stress psicologico e il grande peso di responsabilità dell’organizzazione di un evento, con tutti i colloqui con gli sposi, la ricerca di materiali per gli allestimenti, gli studi del progetto, la realizzazione del bouquet, ecc… e si moltiplica poi per 35 o 40 coppie, la risposta vien da sè! Ma non è tutto, perchè alle coppie dell’anno in corso, si aggiungono le richieste di preventivo delle coppie per l’anno successivo e quindi vai con altri colloqui, magari proprio nella settimana che devi portare a termine 4 eventi con tanto di ordini floreali per gli stessi della settimana successiva e non puoi dimenticarti di certo di far questo, visto che i fiori arrivano dall’olanda e serve essere puntuali con l’ordine da fare almeno una settimana prima. Poi c’è lo stress fisico, con gli allestimenti sul campo con 40° all’ ombra e l’ ansia per i tuoi poveri fiori che magari non reggono al caldo eccessivo e hai paura che le fatiche protratte sino a notte fonda, possano andare in fumo. Carichi il furgone per due e tre volte, secondo l’evento, poi ancora corri e corri, perchè devi star dietro alle varie tempistiche e quando arriva la sposa, tutto deve essere al suo posto!! Non puoi permetterti di sbagliare o dimenticarti nulla!!! Capita poi di  sentirti dire: “…che bello lavorare in un negozio di fiori, è così rilassante! Lì, io annuisco, tirando su gli occhi al cielo, senza aggiungere mezza parola! Facile vero capire il perché ? Nonostante tutto, non cambierei il mio lavoro con nessun altro al mondo. Non potrei pensare di star dietro una scrivania a far conti o a far chissà quale altro mestiere. Sono una sognatrice e sono felice di avere la possibilità di trasmettere emozioni indimenticabili!

…e l’abito della sposa?

Protagonisti indiscussi del matrimonio sono gli sposi in tutto il loro splendore. L’aria profuma del loro Amore. Emozionante è osservare lui con il suo abito elegante ed il suo fiore all’occhiello che attende trepidante all’altare la sua lei e con lui ad aspettarla, poi tutti i parenti ed amici, inutile negarlo: la sposa al suo arrivo, diventa la protagonista indiscussa della giornata . L’abito della sposa è un particolare non da poco ed è spesso fonte di grande stress per lei stessa. C’è infatti la sposa più fortunata, che si innamora alla prima prova e chi invece gira tanti atelier prima di trovare l’abito dei suoi sogni. Ogni anno arrivano puntuali le nuove collezioni e le spose conoscono bene marche e modelli e come accade anche per i fiori, si documentano e hanno le idee chiare a riguardo! Tessuti, pizzi pregiati, trasparenze, punti luce o meno, ad ognuna il suo: ma l’importante per una sposa, è indossarlo per sentirsi come una principessa!

Un piano di progetto comprende anche la location? Alla scelta degli sposi, supervisiona per tempo spazi e percorsi degli ospiti e della coppia di sposi visitando i luoghi della cerimonia?

Ogni coppia di sposi sceglie la propria location valutando diversi aspetti. Questa scelta è fondamentale per la buona riuscita di un evento! Mi capita spesso di accompagnare gli sposi in varie location ed aiutarli a scegliere il luogo più consono alle proprie esigenze, valutando sempre assieme a loro i diversi parametri per trovare quella più adatta al proprio evento.

 Un bel da fare, lo ammetto. Non posso però non pensare che la sua professione mi affascina perché è “romantica”. All’evoluzione ottocentesca del suo mestiere, non posso dimenticare quanto romantico sia il suo lavoro. Simona, lei sogna. Sono certa che sul lavoro lei “sogna”. Solo gli artisti hanno questa dote di “lavorare” sognando. Ci svela un sogno? Mi scusi, ma da donna, ammetto questa ingenua “curiosità” che ci caratterizza un po’ tutte. Alludo naturalmente al lavoro…

Sono una sognatrice d’eccellenza, ma i miei sogni si scontrano spesso con una realtà antipatica che non dà a loro libero sfogo. Mi riferisco al fatidico budget, spesso limitato degli sposi per tantissime ragioni e soprattutto di questi tempi! Il mio sogno più grande è senz’ altro quello comune a molti fioristi. Sembrerà banale ma è quello di avere la possibilità di lavorare per una coppia di sposi con un budget alto o addirittura illimitato (esistono anche queste realtà). Ma la prego di non fraintendermi: dico questo non perchè tengo particolarmente a far crescere il mio conto in banca, ma più che altro per conoscere i limiti della mia fantasia. La disponibilità di un “capitale” notevole che dia la possibilità a tutti noi organizzatori di eventi, di avere infinite soluzioni per la realizzazione. Una sfida, insomma, che mi permette di capire fin dove la mia creatività raggiunge la meraviglia. Capire quanto possa superare me stessa.  Roba da sceicchi naturalmente, da emiri da Mille e una Notte. Ma si sa, solo Aladino possedeva quella lampada. Un sogno molto più vicino al mio mondo è il mio negozio, l’universo nel quale passo gran parte del mio tempo: avere uno staff in simbiosi con me stessa. Sapere di lavorare serena affidando ad altri, compiti che renderebbero meno ansioso il tempo necessario per la messa in opera di un evento. La fiducia e l’affidabilità di seguire ed essere seguita.

Lei è coraggiosa! Mi spiego: ho visto nel suo book fotografico, “azzardi” di composizioni floreali pop, persino “rock”. Ortensie blu e dalie bianche. Rose rosse e lilium azzurri. I blu e le sfumature dei grigi. Direi che coglie aspetti dell’arte che abbraccia mode e tendenze. E’ un istinto? O è studio?

Le mie composizioni ed i miei bouquet giornalieri sono frutto di ciò che ho al momento a disposizione in negozio e mi meraviglio io stessa di come a volte, con pochissimi elementi, riesca a creare comunque qualcosa di adatto alla richiesta del mio cliente ma, spesso, come nel caso dei bouquet da sposa, c’è una ricerca dei materiali minuziosa e precisa: gli abbinamenti cromatici li scelgo spesso basandomi sia al tema dell’ evento che  al carattere della sposa stessa, senza trascurare la sua fisicità ed i particolari dell’ abito che indossa! Ho un carattere romantico che mi porta a preferire abbinamenti cromatici color pastello che vanno in armonia tra loro  ma non disdegno anche gli azzardi dei contrasti di colore che fanno saltar fuori la parte del mio carattere più rock (non posso non citare il mio cantante italiano preferito Vasco Rossi)

Un’ultima domanda (curiosa): lo sposo. Intervengono gli uomini nel piano di progettualità del loro matrimonio? Come si pongono? Forse è luogo comune pensare che “lasciano” fare tutto alle donne. E’ così?

Nei miei colloqui con gli sposi, capita sempre più spesso che lo sposo intervenga in merito alla scelta dei fiori e non solo. Alcuni anni fa la sposa arrivava in negozio con mamma, sorelle o amiche e lasciava a casa lo sposo, così si discuteva insieme il colore dei nastrini, il colore dei fiori e di tutto il resto. Difficilmente si ponevano il problema di prendere determinate decisioni consultandosi con lo sposo. Ora questo difficilmente accade, infatti le coppie ci tengono a far conciliare l’appuntamento con il proprio lavoro per essere entrambi presenti e poter decidere assieme sul da farsi. E’ così che spesso e volentieri, mi ritrovo a dover parlare con lo sposo di palette di colori, di fiori di stagione o meno, di tipologie compositive, di corsage (Il corsage è un braccialetto floreale usato nelle occasioni speciali quali matrimoni e feste n.d.r.) e damigelle, paggetti, ecc… Un tempo lo sposo si occupava al massimo della scelta del bouquet sposa, ora accade che quest’ultimo sia la sposa a sceglierlo (sfatando ogni tradizione ), ma lo sposo in compenso interviene a 360° nell’organizzazione del matrimonio .

Sarà che sono una donna, sarà anche che sono di “parte”, ma non posso non legare questa donna, conosciuta attraverso silenziosi bouquet, agli sterminati paesaggi del nostro pianeta. C’è la dolcezza delle donne. C’è rispetto per la natura, sogna e lavora nel contesto della natura e la rende più bella strappandoci meraviglia quando attraversiamo percorsi di favole dove il protagonista è l’amore. Ecco: Simona Medda “cura” i sogni degli innamorati. Ma quello che mi sorprende di lei, è che lasciati gli sposi, lasciata la fiaba, lei torna a casa, sola e stanca, felice di avere realizzato un sogno. C’è molta poesia nel suo lavoro… E non me ne vogliano i signori uomini: il vostro ruolo nelle favole, è fare i cavalieri. Con delicatezza…

Anna Landolfi.

 

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