mercoledì, 25 Giugno, 2025 10:39:22 AM

Bisceglie (Ba) – Cosa resta del 21 aprile 2025…

di Antonio Pasquale.

Ho riletto attentamente  l’estratto di Papa Francesco sul significato dell’ospedale come luogo della consapevolezza,  lontano dalla rapacità della giornata, dall’invasione di parole, messaggi e immagini,  dispensate frequentemente con voracità e pochezza.

Le parole di Papa Francesco, introdotte da una domanda icastica quanto acuta, sembrano “cucite dentro” la vita, raggiungono le viscere di chi si pone in ascolto, raccontando tanta verità. 

Non è altresì possibile  pretendere che siano condivise da tutti, da pochi o da un numero quantificabile di lettori.

Tuttavia vi trovo tanto senso, sembrano   scritte per chiunque; per chi ha fede, per chi non si riconosce nella Chiesa, per chi professa e vive una pura laicità, ma anche per chi vuole essere indifferente, provocatore, contestatore…

Certamente non sono adatte ai “retrivi” della vita e che quindi non hanno volontà di scegliere un approccio differente.

Raccontano tanta “vita”, con una struttura apparentemente semplice, quasi immediata. In realtà di immediato hanno ben poco; hanno l’ odore della pazienza, il peso della schiettezza e la consapevolezza della giustizia.

Leggendole, riscontro sia mie mancanze di volontà sia l’ostinazione smodata, che è radicata in tanti. Insegnano, anzi testimoniano, come non si possa e non si debba pretendere il cambiamento degli altri e di noi stessi, ma tollerarci e tollerare di più, cercando di essere maggiormente coerenti, senza falsi irenismi né pretese autoreferenziali di imposizione; anche se spesso sentiamo l’esigenza di ricevere tanti più riscontri di quelli che rintracciamo.

Dovremmo, “dovrei”, rileggere queste parole molto più spesso d’ora in poi e lasciare che il loro senso agisca e diventi vivido e concreto.

Diversamente avremmo, ad ogni modo, vissuto un’ esperienza di vita, che ci appartiene, pur non riuscendo a metterla in pratica nell’ immediato.

Questa lettura potrebbe rappresentare la migliore risposta all’indifferenza e all’incoscienza smodata anche di questi giorni, in cui si continua a strumentalizzare troppo, ad usare la Storia, il senso civico, la fede, la dignità umana come vuoti orpelli, piegati spesso all’interesse personale o ad un becero qualunquismo.

La migliore risposta anche per chi, come il sottoscritto, si indigna troppo per queste evidenze ed ha sempre e ancora tantissimo da imparare e tantissimo su cui riflettere, tollerando di più e non  pentendosi delle proprie scelte, se ponderate in un universo di senso e di rispetto inter-personale ed  intra-presonale.

Antonio Pasquale.

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