giovedì, 25 Aprile, 2024 7:13:48 PM

Domenico Iannone: “Credevo mi amasse” con le donne per le donne

di Anna Landolfi.

Un’esecuzione profondamente intima, silenziosa nel suo tormento. Si presenta così l’ultima opera coreografica di Domenico Iannone per la rassegna “Esplorare2021”, andata in scena al Teatro Kismet a Bari, il 13 ottobre scorso. “Credevo mi amasse”, precedentemente presentata in altri contesti artistici in Puglia, quale il Festival di Teatro, Musica, Danza, Burattini “Voci X Vico” di Vico del Gargano, debutta quasi fosse una “prima” con la partecipazione straordinaria di una importante artista del teatro contemporaneo e nota interprete di testi redatti da lei, Teresa Ludovico, attrice e regista. La maturità artistica di Domenico Iannone, si rivela in questo lavoro completamente dedicato alle donne.

Iannone elabora il sentimento della donna vilipesa, umiliata, donne spesso “confuse” dal sentimento dell’amore che offusca e degenera la ragione. Il coreografo ha la capacità di scindere e raccontare con gestualità drammatica, la sofferenza di tipologie femminili alle quali sono sottratte dignità e rispetto. Non discutiamo, ripetendoci, quanto le cronache quotidiane, raccontino crimini perpetrati nei confronti delle donne, altrimenti rischieremmo l’autolesionismo, ma un’analisi tradotta in così teatrale rappresentazione, pone la “questione” femminile come un fatto di cronaca più rivolta al sentimento di una passione naturale dell’amore che alla sua tragica “trasformazione” della passione. Evidenzia dolore, ma non deprime. Il conflitto, sottolinea Iannone, è un conflitto culturale. Con la danza, spiega “l’errore” del comportamento dell’uomo quasi concepito come un processo di “considerare la donna come una opzione alla sua esistenza”.

E’ il refrain di un vastissimo vissuto non più silenzioso e, ben interpretato dalle danzatrici, urla una dialettica di genere: sono una donna, l’essere femminile della specie umana. C’è una distorsione ancestrale alla quale etologi e sociologi non danno risposte. E’ un modus primitivo. Forse una interpretazione errata della famosa ”costola” sottratta per volere di un Onnipotente e che “isola” la donna a ruolo di compagna per lui perché fosse finalizzata solo alla procreazione della sua genìa. “Serva di tutti, ma schiava di nessuno” è una antichissima citazione, probabilmente contestabile, ma che rende l’atto d’amore come un gesto di remissività dettata dall’amore. Servire per amore non è schiavitù. Ma gli uomini l’hanno da sempre fraintesa.

Così Domenico Iannone, dà “voce” alle donne alle quali sono state strappate le parole. Parole che gli uomini sostituiscono (spesso), con le mani. Ogni “quadro”, ogni interpretazione, è una disperata sofferenza muta. Taciturna remissività imposta. Iannone spiega il dolore del silenzio. Le gestualità sono le sue parole e si resta attenti e partecipi perché percepisci quanto i danzatori, non danzano il tormento, ma lo interpretano. La scelta dei ruoli di ogni singolo ballerino, rivela uno studio di profonda conoscenza dell’animo. Iannone ha capacità di affidare ad ognuno di loro, la corretta “anima” di ogni donna alla quale è dedicato il balletto.

La “voce” di Teresa Ludovico, presenza di una potenza mistica del dramma, sottolinea l’asprezza sentimentale provata dalle donne. I vari quadri, si legano gli uni agli altri dalla  profonda emotività che l’attrice trasmette interpretando gli stati d’animo delle donne, fondendo ai corpi abusati, gli accenti tormentati delle grida delle donne offese.

                              Teresa Ludovico, attrice, regista.

L’eleganza delle coreografie che a pretesto di un tema così sentito dalla collettività, sono espresse con tecnica e armonia, “danzano” un dramma sentimentale che coinvolge tutte le società del pianeta. Un messaggio universale e foriero di una prospettiva lungimirante per una società evoluta e senza identità di genere.

Anna Landolfi.

Teresa Ludovico, voce recitante.
Danzatori: Silvia Di Pierro, Giada Ferrulli, Mimmo Linsalata, Sara Mitola, Marika Mascoli.
Lighting designer: Roberto De Bellis.
Direzione organizzativa: Gianni Pantaleo.
Regia e Coreografie: Domenico Iannone.

Ph. by Gennaro Guida.

https://www.altradanza.com/

https://www.teatridibari.it/

Cover ph. Grazia Bonasìa.

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