venerdì, 26 Aprile, 2024 5:47:51 AM

Le Variazioni del repertorio ballettistico

a cura della Redazione.

E’ ormai tempo, fors’anche causa questa terribile e inaspettata pandemia in atto, di fermarci ad una riflessione e ricominciare a “pensare” from the beginning: dall’inizio. Nulla è fare a casaccio. La creatività, la formazione, lo studio, sono discipline INDISPENSABILI perchè possano essere applicate in qualsiasi professione. Non esistono lavori banali o impegnativi o meno laboriosi di altri. Il lavoro è responsabilità di una esecuzione. Il lavoro è causa di una necessità. Lavorare produce e produrre trascina l’economia e il benessere sociale. Ognuno di noi ha il compito, e il dovere, di essere partecipe, vivendo in una società, di produrre. Il fannulismo, e come responsabile della redazione, chiedo venia per il neologismo, non è permesso. Anzi: non è concesso. Una comunità di lavoratori, è una comunità che crea lavoro e per farlo sono necessari determinazione e…studio. E quando il disagio coinvolge la stasi economica e quindi la perdita del lavoro, si ricomincia…from the beginning: dall’inizio. Giorni fa, confabulavo con un giovane professionista della danza. Un puledro scalpitante, energico, entusiasta. Dall’alto della mia…età, non ho potuto che ascoltarlo. Rivoluzione. Mutamento. Sollevazione. Diamine: stavo quasi per congratularmi, quando resto basito di fronte: “…noi giovani dobbiamo svecchiare questo mondo della danza ormai superato”. Ohibò! Svecchiare? In che senso? Paziente. Dolcemente e con la flemma dell’età, mi sono permesso di fermare la sua esaltazione, tentando di farlo riflettere sul termine svecchiare. L’arte non ha un’età. L’arte è scevra dal tempo. La storicità delle arti sono definite all’epoca in cui sono state in auge con la storia dell’uomo. Lo studio del passato, torna al presente. Senza passato, non c’è storia. Che cosa dobbiamo svecchiare? Forse che “vecchio” è un “Lago dei cigni”? O una “Giselle”? O il repertorio classico è vecchio? Allora vecchi sono George Balanchine e Martha Graham e Twyla Tharp. E…Maurice Béjart? E Carolyn Carlson? Oh, no, forse si riferiva a Maria Taglioni, Carlotta Grisi, August Bournonville. Ma no, sono andato troppo indietro nel tempo! Forse…forse Pina Bausch! Cosa è “vecchio” nell’arte. Chi è “vecchio” nella danza? Sempre lemme lemme, tentando di lenire l’enfasi del “giovane” danzatore, ho sperato di farmi “capire”, augurandogli che il gorno dopo avere assistito ad una sua coreografia, il pubblico “ricordi” qualcosa di quello visto la sera precedente in teatro. Perchè dei pochissimi nomi citati, molti sono tutt’oggi nella memoria e per sempre. Gli suggerirei di leggere l’articolo pubblicato su questo magazine, firmato da Giulia Volturno, del 29 aprile 2021. Non c’è corpo senza testa e con la testa si studia. Obiettivi di studio sono quelli proposti da Giuseppe Stoppiello e Carmen Ventrice, con saggezza e professionalità dall’esperienza vissuta, che propongono in un libro intitolato “Le Variazioni del repertorio ballettistico, analisi stilistica, strutturale e musicale” e edito da Florestano Edizioni.

 

Carmen Ventrice                                     Giuseppe Stoppiello

Il testo nasce dall’esperienza professionale e didattica degli Autori, docente di Tecnica classica e Maestro accompagnatore alla danza presso i Licei Coreutici Statali. Rappresenta un punto di riferimento e un valido supporto teorico a quei danzatori e studenti di danza che si apprestano ad intraprendere lo studio delle Variazioni estratte dai Balletti di repertorio.
L’interpretazione di tali momenti danzati non può limitarsi alla sola esecuzione dei passi tecnici tramandati dalla tradizione ballettistica, ma al contrario deve essere supportata da uno studio delle peculiarità stilistiche e caratteriali del personaggio scenico legate alla Variazione e ad una conoscenza musicale adeguata di ciò che si andrà a danzare.
Il libro ha il vantaggio di essere un manuale da consultare secondo le proprie esigenze di studio. Si compone di due parti, nella prima è esposto il metodo di lavoro per condurre un’adeguata analisi, mentre nella seconda parte sono presenti una serie di analisi complete di variazioni rappresentative del repertorio, ottimo punto di partenza per poi condurre in autonomia e a seconda delle proprie esigenze ulteriori analisi.
Dalla prefazione di Mauro Arbusti al testo:
«Questo libro vuol essere un avvicinamento alla conoscenza del materiale musicale utilizzato nei grandi balletti classici della storia, e nello stesso tempo una presa di coscienza di quel materiale astratto che risponde al nome di Musica. Essa è una base solida su cui appoggiarsi per rendere consapevole del proprio operato l’artista tersicoreo, e di conseguenza per rendere ancora più partecipe il pubblico, spettatore di una performance che acquista concretezza nell’affiancamento simbiotico tra l’arte dei suoni e l’arte del movimento.»

Intervista a Carmen Ventrice. RKO | #laradiochesivede DanceOnAir a cura di Domenico Iannone

https://www.youtube.com/watch?v=PTqrf_z-xUQ

https://www.florestanoedizioni.it/shop/libri/ipotesi-di-studio/le-variazioni-del-repertorio-ballettistico/

https://www.flipsnack.com/giustoflip/le-variazioni-del-repertorio-ballettistico-cpmet1t4ot.html

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