sabato, 27 Aprile, 2024 1:03:55 AM

Un tempo eravamo lì dove avveniva lo spettacolo

Di Adele Dentice.

Adele Dentice, scrittrice, regista.

Un tempo eravamo lì dove avveniva lo spettacolo, la visita fisica di una galleria non serviva a comprare solo souvenir, nei laboratori non si costruivano solo pezzi da vendere vi si potevano scoprire i propri talenti nascosti. Eravamo convinti che dove c’è arte c’è vita…ma ora c’è il Covid, ed è difficile provare ad immaginare l’arte del futuro; forse perché è difficile pensarla in era post-Covid o forse perché ci sono gli assembramenti da evitare, senza considerare il poco interesse che suscita il destino dell’indotto tra la gente, perché l’arte è sempre stata riserva di pochi intellettuali. Le gallerie e i musei come teatri e cinema sono deserti, l’unica risposta arriva dall’outdoor inducendo a trovare nuove soluzioni nuove forme ibride di fiere ed eventi, realizzati contemporaneamente online. L’arte si apre ad un pubblico sempre più vasto che include anche chi ama solo guardare le opere per mera curiosità

Ma c’è da riflettere su un altro aspetto, per la verità non del tutto nuovo, ma che a causa della pandemia sta tracciando definitivamente le nuove vie dell’arte; un percorso multidisciplinare con tendenza all’ibridazione dei generi, al dislocamento dell’identità del pezzo d’arte, per intenderci il prototipo di un pezzo d’arte contemporanea dal suo essere allocato nel museo diventa in produzione pezzo di consumo. E’ la strada del futuro da seguire per continuare a vivere e l’Arte deve cambiare, inevitabilmente deve aprirsi al business e al digitale e noi, nostalgici tradizionalisti occidentali, dobbiamo iniziare a prendere un’altra direzione rispetto a quella a cui siamo abituati. Bisogna accettare, senza storcere il naso, che un numero enorme di gente, da tutto il mondo, si è iscritto per navigare nelle viewing room, segue i talk online e fa shopping di opere d’arte come investimenti. E’ l’emozione che ci travolge di fronte ad un capolavoro o ad una rappresentazione in presenza? La ricetta viene confezionata in Giappone dove sono progettati design che possono considerarsi mezzi di comunicazione emotive. E questa non è fantascienza o magia, è la nuova palingenesi dell’arte che  si è democratizzata sposando il mondo digitale con quello reale; una unione che non solo rende fruibile le opere di ogni città del mondo ovunque, ma sa creare emozioni che la gente può ricevere e spedire attraverso semplici connessioni.

“… come ogni rivoluzione, anche quella della rete è irreversibile, tutti facciamo parte di una giravolta della Storia ed anche per i più affezionati alla tradizione sono diventate impensabili le ingombranti librerie colme di polverose scartoffie. La storia del mondo, come i nostri più intimi e voluttuosi piaceri, sono tutti lì compressi in uno schermo luminoso. La rete è la nostra identità, le nostre opinioni disponibili e condivise con l’universo gonfiano il nostro ego, ogni like è la smisurata conferma della nostra onnipresenza. tutti siamo, per certi versi, molto più somiglianti a Dio…” (da “I Giovedì della Signora Bianca” di Adele Dentice  ed. Bookbook, Milano, 2020).

Adele Dentice.

 

 

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