martedì, 16 Aprile, 2024 2:26:27 PM

Luigi Lai: “…la vivo, la respiro, la Sardegna è dentro di me”

di Anna Landolfi.

Parrebbe una figura complessa. Si potrebbe avere la sensazione che sia di una profondità intellettuale di difficile comprensione. Parrebbe, potrebbe…ma sono in errore.

Luigi Lai è un uomo di una purezza disarmante. Dipinge, si maschera, scrive e adopera le parole e i colori con la naturalezza di un’anima innocente, oserei dire, fanciullesca.

Ha gli anni della maturità del tempo ma quel suo tempo, lo ha fermato ad un’età indefinibile. Conosco molte sue poesie, i vasti spazi sui quali dipinge, il suo viso pronto a essere esso stesso colorato per imprimere il sorriso in chi l’ha perso, questo artista che proprio artista non si definisce, è un uomo la cui missione è provare le emozioni che provano gli altri uomini, decodificarle e riscriverle sui muri, sui fogli, sulla pelle di chi di fronte alle sue opere si emoziona.

Riesco finalmente a dare ai lettori di Arti Libere, una più esaustiva presentazione di lei, poeta, pittore, creativo, dedito al sociale, soprattutto ai più deboli. L’ho conosciuta poeta e in precedenti servizi, pubblicato i versi di due sue composizioni liriche. Ovvia la prima domanda: ha sempre sentito il bisogno di esternare le sue emozioni o è successo con la maturità del tempo?

Innanzitutto grazie. È un piacere e un onore poter rispondere alle Sue domande! Credo che la necessità di esternare le emozioni nasca con noi, con me. È diverso invece il percorso del raggiungimento dei mezzi attraverso i quali ciò possa avvenire. Questo indubbiamente è accaduto con la maturità.

Tra le parole e i colori, le sue esternazioni coinvolgono emotivamente i lettori o i visitatori dei suoi quadri. La sua generosità è palese. Davvero Luigi Lai è così trasparente?

Assolutamente sì. Più volte mi hanno definito “Peter Pan”, dico sempre che mi sono fermato a 5 anni, ho l’ingenuità e la freschezza dei bambini. Non faccio mai calcoli,dico quello che penso.

A volte ciò può essere controproducente. Non importa. Se il prezzo da pagare per essere se stessi è questo, lo pago volentieri.

Legatissimo alla sua terra, la omaggia sempre con i suoi colori. La Sardegna, vista come una dea, dovrebbe innamorarsi di lei. Cosa ha la sua terra di diverso dalle altre terre d’Italia?

Sono nato in Liguria,poi mi sono “appropriato” della mia Isola,non lasciandola più. La Sardegna è magica. Lo percepisco forte quando vado in viaggio e ritorno da lei.

Guardarla dall’aereo ogni volta mi emoziona,per la sua silenziosa e austera bellezza. E quando scendo dall’aereo,mi riempio i polmoni dei suoi profumi e gli occhi del suo cielo, così luminoso.

È diversa per il fatto di essere un’Isola,cambia tutto. Siamo abituati ai silenzi e al suono del maestrale che soffia spesso e modifica il territorio e il nostro carattere, così taciturno.

Quasi che il vento portasse via le parole. E poi la storia,le tradizioni che vengono da lontano,da un popolo quello Nuragico che ha certamente lasciato il segno.

Domanda impertinente: vivere in un’isola, è un vantaggio dalle contaminazioni continentali? Il riferimento è alla grande confusione sociale, economica, politica, amministrativa e soprattutto culturale che viviamo noi di un territorio ultima estensione d’Europa…

Si e no, certamente vivere in un’Isola con meno opportunità di scambi con l’esterno dà una maggiore stabilità culturale e non solo, perché le contaminazioni sono meno “pesanti”,incidono di meno.

Questo però porta magari ad un confronto differente rispetto ad altre realtà,ed è vissuto come un fatto negativo, soprattutto in passato,non stare insomma al passo coi tempi.

Ora ovviamente le cose sono diverse,i collegamenti hanno ridotto l’isolamento e portato scambi di varia natura che hanno dato nuova linfa e opportunità di crescita.

Deduco, quindi, che il popolo sardo, ha il privilegio di essere “conservatore” di una comunità ultra millenaria e colma di tradizioni e culture proprie. Si considera testimone di tutta questa poderosa Storia di Sardegna?

Io personalmente ritengo di essere un umile figlio di questa comunità. La vivo,respiro le tradizioni e la cultura, è dentro di me. Parla, si muove e si manifesta con me senza scadere nel folklore, ma vivendola nel presente.

Lei è “costruttore” di pace. Lei è anche “costruttore” di serenità interiore. Se non la sapessi “artigiano” delle emozioni, penserei che lei è uno psicologo. Un “tecnico” del benessere psichico. E’ così?

Da tempo ho iniziato un percorso di ricerca su me stesso,capire chi sono,”cosa ci faccio qui”,come posso rendere la mia vita un’esperienza unica.

Mi definisco un “portatore sano di gioia”, ritengo doveroso per chi ha un atteggiamento nei confronti della vita e un’energia come la mia, donarsi agli altri per fare stare meglio le persone. Questo è il fine ultimo, credo.

Come fa a conoscere così bene l’animo umano?

Non so se sia così c’era questa affermazione, ne sarei un po’ spaventato (sorride)! Comunque io sono un libro aperto,le mie emozioni traspaiono molto facilmente,mi conosco abbastanza,l’animo umano è lo stesso d’appertutto, faccio conto che sia così e vedo l’altro come me stesso.

L’empatia è la chiave, necessaria per capire e accettare il prossimo. Basta stare in ascolto,cogliere le emozioni e trasformarle in parole, o visioni.

“Il tempo siamo noi, che viviamo il momento nel modo in cui, nel frattempo, si misura il tempo…”. Sono versi presi da una delle sue bellissime poesie. Lei invita alla riflessione. Moniti di pensiero a coloro i quali non hanno tempo per comprendere che esso non è mai abbastanza. Mi scusi: quanti leggono le sue composizioni? Spero siano “materia” letteraria didattica. Gli insegnanti dovrebbero conoscere questi versi…

Grazie infinite! È vero,il tempo siamo noi. Dobbiamo viverlo seguendo il cuore,non facendo calcoli. Facendo ciò che si è, amando il prossimo e l’universo intero del quale facciamo parte, viviamo un tempo competo.

Queste stesse emozioni, le ritrovo nei suoi colori. I suoi dipinti, le facciate, i murales… Nei primi del ‘900 una corrente artistica che avrebbe preparato all’impressionismo francese, si fece spazio nell’ambiente della cultura parigina: i Colori puri, senza le loro sfumature. Segni che delimitavano i soggetti rappresentati nelle macchie di colore. Una percezione della realtà senza mistificarla. Una realtà pura. Ritrovo queste sensazioni nelle sue opere pittoriche. Dalla dolcezza delle parole poetiche, all’esplosione della luce dei suoi colori. Cos’è? “The other side of Luigi Lai?”, solo per parafrasare l’eterno mito dei Pink Floyd…

Dico sempre che sono l’uomo dei contrasti.  Sia nelle parole che in pittura (colori freddi e caldi messi insieme) e nelle altre attività che svolgo, sono tutto e il contrario di tutto. Non ho limiti, questo lo metto in pratica.

Omaggio a Grazia Deledda e Gabriela Mistral. (2022)

Lei è tra le corsie. Lei è tra gli uomini. Queste note di altruistica disponibilità, nobilita la sua arte. “Il tempo” per lei…quanto ne ha?

Tutto il tempo che vivo è mio. Non faccio alcuna distinzione!

The other side of Luigi Lai. Questo mio umile e azzardato omaggio rubato dagli eterni Pink Floyd dall’album “The dark side of the Moon”, non è casuale.

Come la Luna, il vero magico astro del nostro pianeta, Luigi Lai trasmette la tranquillità dell’immaginario umano. Sorprende la sua pacatezza che non nasconde l’irrequieta insoddisfazione che proviamo quotidianamente.

L’ansia, la tensione, i dubbi e i timori. Luigi Lai non è un dio, ma sa domare e dominare quei sentimenti che ci sopraffano rendendoci la vita asprigna.

E’ saggezza. La dote è la sua empatia. Ecco la ragione delle sue silenziose opere d’arte: leggi e osservi quelle urla sopite invitandoti a riflettere che non c’è nulla che possa ferirti.

Luigi Lai insegna che la vita è anche tristezza e sofferenza e che se vuoi viverla, non puoi vilmente chiudere gli occhi alla realtà. Il valore aggiunto di questo artista? Il sorriso e lui sa come farlo apparire sul tuo viso.

Anna Landolfi.

https://artilibere.info/poesie-non-di-autore-la-stagione-letteraria-si-apre-con-luigi-lai/

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