sabato, 4 Maggio, 2024 2:19:45 AM

Isabella e Bona Sforza, storiografia di due protagoniste del Rinascimento

di Anna Landolfi.

Rappresentare un periodo di storia del passato ai giorni nostri, non è cosa semplice. Perchè esso sia il più attendibile ai fatti, sono necessari approfonditi studi letterari, iconografici e artistici che avvallino una realtà realmente vissuta ma difficilmente proponibile, nonostante tecnologie disponibili. Non restano che le biblioteche, i conventi, i vetusti castelli testimonianti la presenza di personaggi che nella storia lasciano un segno indelebile nel tempo. Isabella e Bona Sforza, madre e figlia, XIV-XV secolo, sono figure di donne più che mai contemporanee e che rappresentano un modello di qualità politica e artistica di forte valore intellettuale.

Il Centro Studi del Mediterraneo Mousikè, ha portato in scena nell’Arena Kismet OperA a Bari, il 30 agosto scorso, una delle operazioni teatrali più imponenti del panorama estivo della musica e della danza.

Sono le indagini investigative di Debora Del Giudice e Patrizia Gesuita, i cardini perchè un’operazione così poderosa abbia potuto essere messa in scena. Docenti entrambe di musica e ricercatrici di Storia del Rinascimento, raccolte nel tempo documentazioni attestanti la storia delle due duchesse, hanno permesso la realizzazione di quest’opera teatrale con una operazione quasi metafisica portando indietro nel tempo, lo spazio nel quale artisti e pubblico condividevano l’evento.

Ripropongo il link della presentazione, perchè possa poi di seguito, proporre ai lettori, i momenti che le camere hanno fermato con i loro obiettivi.

Una considerazione è necessaria: sono fermamente convinta che parlare del passato sia indispensabile. La scelta di una compagnia di rappresentare donne e uomini che della storia hanno dedicato le loro vite alla società dell’epoca, è istruttivo e d’esempio alle società contemporanee. Non si può cancellare il passato. Nè avere una realtà del futuro, perchè questa non è ancora esistita. Paradossalmente il presente non esiste. Io stessa nel momento in cui scrivo, ho già commesso un’azione che è…passata. Ma essa resta! Così come Isabella e Bona Sforza, esistendo, restano nel tempo.

Colori e luci ben studiate, quadri di momenti di vita di corte, hanno reso la rappresentazione la sequenza temporale accaduta. Tutta la serata ha permesso l’attezione dovuta per l’incanto che tutti gli artisti in scena, hanno trasmesso diventando essi stessi i protagonisti della vita dell’epoca. Questo ha permesso al pubblico di percepire l’emozione come fossimo trasportati dai canti e dalle danze che raccontavano le vite di Isabella e Bona Sforza.

 

La piccola Sara Patruno (Bona Sforza)  e Patrizia Gesuita (Isabella d’ Aragona)

I costumi, di Luigi Spezzacatene, esperto della Storia del Costume, ha presentato il modus vivendi con fedele rappresentazione di come in quel secolo, la vita di corte scorresse di interessi quali le Arti e le Lettere. Un’attenzione non sottovalutabile: le ragioni dell’interesse per l’arte erano finalizzate al popolo. Non dimentichiamo l’importanza dello studio e dei suoi tutori. Isabella e Bona, tra Milano e Bari, molto resero al popolo perchè esso migliorasse la condizone di vita, certo, non facile per chi nobile non era. Erano donne del popolo e la fama che tutt’ora le rende artisticamente e socialmente note, è la dedizione alle loro genti. Ancora lontane le rivoluzioni. Ma questa è un’altra storia.

 

Antonietta Pignatelli Palladino

La danze. Importante figura artistica di ricerca di danze storiche è Marcella Taurino. Fondatrice de l’ensemble La Chirintana, si è sempre interessata al recupero di danze rinascimentali ricostruendo con minuziosi studi, sequenze di passi con coerenza stilistica dell’epoca e che nel tempo sono stati perduti. Operazione non facile che Marcella Taurino affina continuamente con la ricerca e lo studio.

La regia. Attenta e dettagliata direzione, Angelo De Leonardis, baritono e regista, riserva alla regia. La professionalità dimostrata è frutto di esperienza vissuta in scena. Cultore ed esperto della musica antica, Angelo De Leonardis, è presente in importantissime realtà artistiche su tutto il territorio italiano. Consulente per produzioni teatrali, dimostra con costanza, quanto l’amore per le Arti del passato, siano sempre un esempio di crescita culturale e artistica.

Angelo De Leonardis.

La presenza di Antonietta Pignatelli Palladino, ricercatore storico scientifico e Presidente del Club Inner Wheel Bari Alto dei Peuceti, ha approfondito la storia delle duchesse, dimostrando l’esistenza di due donne antesignane di quelle evoluzioni femminili colte e influenti inimmaginabile all’epoca.

I musici, le danzatrici, il regista.

Le prospettive artistiche future del Centro Studi del Mediterraneo Mousikè, saranno in corso di presentazione. Arti Libere, che sostiene le Arti e la Cultura senza la tediosità con cui sono sempre state rappresentate, sarà presente perchè talenti che operano per una crescita che migliori l’individuo,  sia di sprono ai giovani che dal passato possano trarne lezioni di vita.

Di seguito, doverosamente grazie a:

Angela Maiorano, Santa Ardito, Ermanno Abbate, Gianluigi Bello, Pierluigi Abbate, Chiara Armenise, Claudia Di Lorenzo, Francesco Patruno.

Fabio Massimo Aureli, Past Presidente Club Rotary Roma Foro Italico;

Maria Luisa De Natale, Rosangela Russo, Enza Balestra.

Anna Landolfi.

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