sabato, 27 Aprile, 2024 5:42:38 PM

MONOPOLI – LA DONNA VESTITA DI SOLE – 1^ parte

di Flora Marasciulo.

Ben tornati! In prossimità del Santo Natale sono stata ispirata dallo straordinario prodigio della Santissima Vergine di Guadalupe per augurare un Natale planetario nel nome di Maria, (parola giudaica Miriam) e Guadalupe (parola araba) che unisce i lembi del mondo.

 

Se si cercano risposte nell’immagine che ci ha donato la tilma (mantello) di Juan Diego, saremo soddisfatti. Approfondiamo il prodigio.

Juan Diego nato nel 1474 e morto il 30 maggio 1548 era un indio battezzato, secondo il racconto tradizionale espresso in nahuatl, nel testo conosciuto come Nican Mopohua.

Juan Diego avrebbe visto la Madonna, per la prima volta, sabato mattina 9 dicembre del 1531 sulla collina del Tepeyac, vicino Città del Messico, mentre si recava a Tlatelolco per la preghiera e la catechesi.

 

Cuauhtlatoa (colui che parla come un’aquila) era il nome indigeno dell’etnia dei Chichimecas di Juan Diego (nome spagnolo dopo il battesimo ricevuto nel 1525).

L’aquila è il simbolo dell’evangelista San Giovanni e ciò dimostra come l’evangelizzazione dei missionari spagnoli tendesse a dare, quando era possibile, agli indios convertiti, nomi cristiani di significato simbolico analogo a quello dei loro nomi “pagani”.

Juan Diego è nato a Cuauhtitlàn venti chilometri a nord di Tenochtitlan. Juan Diego, macehual termine traducibile con “povero indio”, aveva due case e terreni per tutta la sua famiglia. Non erano nè ricchi nè nobili, era sposato con Malintzin, Maria Lucia dopo il battesimo.

 

Il 9 dicembre 1531, (Juan Diego era vedovo e senza figli, aveva 57 anni e viveva a Tulpetlac con l’anziano zio Juan Bernardino), giunto nei pressi del colle Tepeyac, udì un canto di uccelli melodioso, improvvisamente il canto si interruppe e ci fu un profondo silenzio.

Allora sentì che dalla cima del colle una voce lo chiamava con dolcezza:

Juanito! Juan Dieguito!” “Juantzin, Juan Diegotzin” (diminutivi nàhuatl di Juan e Juan Diego.

Presso gli aztechi il diminutivo formato con il suffisso “tzin

era principalmente un segno di rispetto).

Si diresse verso il luogo da cui proveniva la voce con il cuore ricolmo di gioia. Appena giunto lì vide una giovane che stava in piedi e lo invitava ad avvicinarsi. Il suo vestito splendeva come il sole.

La Signora manifesta subito la sua preziosa volontà:

Sappi, mio povero figlio amatissimo che Io sono la Perfetta sempre Vergine Santa Maria,

la Madre del Verissimo e unico Dio, di Colui che è l’autore della vita

del Creatore degli uomini, di Colui nel quale tutte le cose sussistono,

del Signore del Cielo, del Padrone della terra“.        

Fin dalla presentazione di sé Maria si pone come Mediatrice celeste, Colei che annuncia il Signore. La Vergine poi prosegue dicendo:

Desidero ardentemente che in questo luogo venga costruita

la mia (casa peque̴̴n͂a) piccola casa  sacra, mi venga eretto un tempio,

in cui voglio rendere manifesto il mio amore, la mia compassione,

il mio aiuto, la mia protezione, perché in verità Io sono la vostra Madre misericordiosa,

tua, di tutti coloro che abitano questa terra

e di tutti quegli uomini che mi amano, mi invocano,

mi cercano e ripongono in me tutta la loro fiducia…

 

Recati al palazzo del vescovo di Città del Messico

e digli che Io ti mando per rivelargli quanto desidero,

e cioè che mi provveda qui una casa,

erigendomi un tempio ai piedi di questo colle”.

Maria così riconosce nel vescovo l’autorità spirituale di guida del popolo chiamato alla fede e alla devozione nei confronti della Vergine.

Juan Diego corre a riferire il fatto al vescovo Juan de Zumàrroga, ma questi non gli credette dicendogli: “figlio mio torna un’altra volta e ti ascolterò con più calma”.

Immediatamente Juan Diego torna sul luogo dell’apparizione e trova ad attenderlo la Signora alla quale riferisce il tentativo fallito di convincere il vescovo della veridicità della visione.

 

Chiede, deluso e con profonda umiltà:

Ti supplico, mia amatissima Signora e Regina,

di affidare l’incarico a qualche persona importante che sia stimata,

conosciuta, rispettata e onorata, affinché le diano credito.

Io, in verità, sono un uomo dei campi“.

La Vergine gli risponde con queste parole.

Mio povero figlio amatissimo, è molto necessario che vada proprio tu

e nessun altro e che attraverso la tua mediazione si realizzi il mio desiderio

e si porti a compimento il mio volere”.

Maria conferma così la predilezione per gli umili e in particolare per un indio per farLe da ambasciatore presso un vescovo spagnolo, segno visibile del desiderio di unire in un unico popolo di fedeli, gli indios e gli spagnoli.

 

Il giorno dopo il 10 dicembre 1531, Juan Diego torna dal vescovo che lo ascoltò di nuovo e gli chiese un segno che provasse la veridicità del suo racconto.

Juan Diego pertanto torna sul colle e ritrova la Vergine che lo ascolta e poi gli promette un segno per l’indomani: “Bene, figlio mio, torna qui domani mattina e porterai al Vescovo il segno che ti ha chiesto. In tal modo ti crederà! Non dubiterà più né sospetterà ancora di te!”.

La Madonna acconsente, dunque, ad accogliere le richieste del vescovo. Il giorno successivo però Juan Diego non tornò al luogo delle apparizioni poiché la sera prima aveva trovato suo zio Juan Bernardino, gravemente ammalato e questi gli aveva chiesto di andare l’indomani a cercare un sacerdote che lo confessasse perché moribondo.

Il martedì 12 dicembre Juan Diego partì di buon mattino per andare in città (Tlatelolco) aggirando la collina per non incontrare la Vergine e non poter soddisfare la richiesta dello zio.

Considerando la cultura dell’epoca, lo zio riveste un ruolo simile a quello del padre e il profondo affetto per lo zio doveva unirsi a un sincero affetto filiale per l’anziano parente; per Juan Diego era come un compito pienamente religioso e in linea con il rispetto dei doveri del quarto comandamento (Onora il padre e la madre).

La Signora appare lungo la strada al povero indio che, sorpreso,

decide di raccontare alla Vergine la situazione.

Maria rassicura Juan Diego:

Ascolta, figlio mio, non temere e non affliggerti.

Non si turbi il tuo cuore e non preoccuparti

né di questa né di qualsiasi altra infermità.

Non sto forse qui io, che sono tua Madre?

Non stai forse sotto la mia protezione?

Non sono forse io la fonte della tua gioia?

Non sei forse nel cavo del mio manto, nella croce delle mie braccia?

Cosa vuoi di più? Niente deve affliggerti e turbarti.

Non angustiarti per l’infermità di tuo zio perché,

per ora, non morirà. Sappi anzi, con certezza,

che è già perfettamente guarito”.

Notiamo come Maria chieda a Juan Diego di fare una professione di fede totale in quel Signore che l’ha inviata ai popoli del Messico e delle Americhe.

Confortato dalla promessa della Vergine Santa, Juan Diego va sul colle indicatogli dalla Madonna, per raccogliere “una grande varietà di fiori” che sarebbero stati richiesti dal vescovo.

Giunto in cima al colle il veggente si trova davanti a una grande quantità di rose di Castiglia appena sbocciate, con bellissimi colori e dal profumo soave.

Questo è straordinario se consideriamo, secondo le cronache del tempo, che quella zona era infestata da cactus che crescevano in mezzo a un terreno roccioso dove mai sarebbero cresciuti fiori come quelli, inoltre era dicembre, una stagione fredda.

Juan Diego raccoglie fiori in abbondanza fa dei mazzetti

e li avvolge nella tilma per portarli alla Vergine.

Giunto in presenza della Madonna aprì il mantello,

Maria prese tutti i mazzetti nelle sue sante mani e li ripose

nella tilma raccomandando a Juan Diego

di aprire il suo mantello solo in presenza del vescovo.

Contento Juan Diego scese in città dal vescovo ma i servi non volevano farlo entrare, poi venne ricevuto e il vescovo ascoltò il racconto del veggente:

Ecco ora qui i fiori. Fammi il favore di accettarli”; quindi aprì il mantello  dove erano raccolti i fiori, e appena questi si sparsero per terra ecco che sul mantello apparve l’immagine della Perfetta Vergine Santa Madre di Dio, nella forma e nella figura in cui la vediamo oggi, così come è conservata nel tempio eretto ai piedi del monte Tepeyac.

Visto ciò tutti i presenti caddero in ginocchio e il vescovo con le lacrime agli occhi, implorava il perdono della Vergine Santa per non averLe creduto. Sfilò la tilma dal collo di Juan Diego e la depose nella propria cappella.

Juan Diego ritornò a casa e trovò perfettamente guarito lo zio

che disse di aver visto la Signora con le stesse sembianze

in cui era apparsa a Juan Diego

e aggiunse che la Signora gli aveva indicato il titolo con cui voleva essere venerata:

La Perfetta Vergine Santa Madre di Guadalupe.

Guadalupe” secondo l’etimologia araba significherebbe “fiume di luce” oppure “fiume d’amore”, altre letture preferiscono l’etimologia indio secondo la quale significherebbe “Colei che calpesta il serpente”.

Non è difficile vedere nella Vergine di Guadalupe il richiamo alla “Donna vestita di sole” di cui parla l’Apocalisse al capitolo 12.

Indicano nella Vergine Colei che avrebbe schiacciato il capo al serpente,

cioè al diavolo, portando a compimento la profezia annunciata nella Genesi,

nel cosiddetto protovangelo, dove si legge:

Il Signore Dio disse al serpente (…):

Io porrò inimicizia tra te e la donna tra la tua e la sua stirpe:

questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen. 3,14-16).

Juan Diego fu un punto di svolta per la storia del Messico e l’inizio di una integrazione che darà origine alla popolazione meticcia come è rappresentata dalla Vergine di Guadalupe.

In quello che oggi è il Messico, vivevano gli Aztechi, popolo ricco di cultura e tradizioni, che si erano insediati nella valle del Messico verso la metà del XIII sec.

L’originaria democrazia tribale cedette il posto ad una monarchia aristocratica e imperialista guidata dal 1503 dall’imperatore Montezuma.

Il capitano Hernan Cortes salpato da Cuba con 10 navi e 500 uomini, sbarca sulle coste messicane nel 1519 per dirigersi verso la capitale Tenochtitlan. Cortez ha sottratto il potere a Montezuma, avvalendosi degli spagnoli con gli alleati dei diversi regni indigeni del cuore del Messico.

La conquista non fu facile anzi, molto violenta,

come un cataclisma, un terremoto.

Il conflitto culmina il 13 agosto 1521 con la rovinosa caduta

della capitale  Tenochtitlan sulle cui ceneri

venne edificata Città del Messico.

In questo momento di confusione totale a tutti i livelli, ecco le apparizioni della Madonna su uno dei colli che circondano la città di Tutlitan.

Su un grande lago, con al centro una piccola isola, gli aztechi avevano costruito la loro capitale circondata da colli e diverse città stato. Sul colle chiamato Tepeyac che era uno dei tanti con un senso religioso nella cultura di questi popoli, avvengono le apparizioni della Madonna.

Juan Diego che chiamavano pellegrino, andava a piedi scalzi all’attuale Cittàdel Messico (Tutlitlan) al convento dei  francescani missionari (dodici come gli apostoli  giunti nel 1524, tre anni dopo la conquista del Messico).

Esaminiamo la straordinaria tilma cioè il mantello; quello di Juan Diego era formato da teli di ayate (rozzo tessuto di fibre d’agave popotule) dove s’impresse l’immagine, cuciti insieme con un filo sottile.

Su di essa si vede l’immagine della Vergine di dimensioni leggermente inferiori al naturale, la statura è di 143 centimetri, la carnagione è un po’ scura donde l’appellativo popolare messicano di Virgen Morena o Morenita, circondata dai raggi del sole e con la luna sotto i suoi piedi.

I tratti del volto non sono né di tipo europeo né di tipo indio ma piuttosto meticcio, cosa profetica al tempo dell’apparizione, così che oggi dopo secoli di commistione fra due razze, la Vergine di Guadalupe sembra tipicamente “messicana”.

 La Vergine appare con un volto serio, il capo inclinato verso destra a simboleggiare che non siamo schiavi ma figli e ha lo sguardo abbassato perché, nella mentalità india guardare negli occhi una persona, era un gesto offensivo.

Ha le mani giunte, un aspetto nobile e indossa un abito rosa bordato di fiori. Un manto verde-azzurro trapuntato di stelle dorate le copre il capo e scende fino ai piedi che poggiano su una falce di luna sorretta da un angelo le cui ali sono ornate di lunghe penne rosse, bianche e verdi (i colori dell’attuale bandiera messicana).

Dodici raggi di sole le incorniciano il volto (questi riferimenti bastano per riconoscere la “Donna vestita di sole” di cui parla l’Apocalisse (12) e i capelli sciolti, simbolo di verginità.

Indossa una tunica rosa “ricamata” di fiori in boccio dai contorni dorati e stretta sopra la vita da una cintura color viola scuro, quasi nera, che presso gli aztechi è il segno di riconoscimento della donna incinta. Indica la Vergine in procinto di donare agli uomini il Salvatore.

Si tratta di un’immagine assai ricca di simbolismi e significati, quasi un messaggio in codice che la Vergine avrebbe voluto regalare agli indios, popolo, per sua natura, assai propenso a decifrare un linguaggio fatto di immagini piuttosto che di parole e concetti.

Diciamo che contiene codici pittografici e ideografici. Gli aztechi compresero prima degli spagnoli il messaggio della tilma perché di fronte a questo codice potevano capire il messaggio come se fosse scritto.

L’immagine rappresenta l’Assunta o l’Immacolata oppure, come già ricordato, la Donna vestita di sole dell’Apocalisse.

La luna su cui poggia i piedi può essere interpretata come una cometa, simbolo di Quetzalcoatl, dio azteco che, simbolo dell’idolatria primitiva, sarebbe finalmente schiacciato dalla vera fede cattolica e dalla devozione mariana.

Altre interpretazioni dicono che Metz-xic-co vuol dire in nahuatl “al centro della luna” e la Madonna posa i piedi sulla luna, come Regina di quelle terre.

La Madonna si presentò come una giovane donna meticcia, adornata con attributi indigeni e spagnoli, quasi a indicare la via “inculturata” scelta dalla Provvidenza per l’evangelizzazione del Nuovo Mondo.

Parlava in nahuatl, non in spagnolo.  Il capo inclinato

e le mani giunte indicano che la Vergine sta riverendo qualcuno più importante di Lei,

come a dire: “non sono Io Colei che si deve adorare,

bensì il Dio e Signore del Cielo e della terra che mi ha mandato a voi“.

L’abito  è disseminato di fiori aztechi in ricordo del prodigio dei fiori sbocciati a dicembre e raccolti da Juan Diego per smuovere il Vescovo dalla sua incredulità.

Mons. Eduardo Chavez, postulatore della causa di Juan Diego dichiara:

Per me, il Messico nasce il 12 dicembre 1531, perché la Madonna prende l’indigeno

e lo spagnolo, e da qui manda un messaggio a tutto il mondo.

Parla in nahuatl, è stampata su una tilma nahuatl, il suo messaggero è un indiano tolteco.

Lei assume la mentalità indigena per dare il messaggio di Gesù come vero Dio vivente,

ma non trascura gli spagnoli, poiché appare come l’Immacolata Concezione,

che gli ispanici conoscevano perfettamente”.

About Arti Libere

Guarda anche

Polignano a Mare (Ba) – Silloge poetica Geografie emozionali

di Annalisa Semeraro. 29 febbraio, Il Libro Possibile Caffè. Dalle ampie vetrate del Caffè letterario …

Lascia un commento