domenica, 28 Aprile, 2024 6:06:43 PM

Selargius (CA) – Anna Pibiri: con ironia sorrido alla vita

di Anna Landolfi.

E’ un dovere per gli operatori dello spettacolo, avere il compito di reggere il disagio sociale imperante, con un sorriso.

Attenti: ho usato il termine reggere e non distrarre. Non sarebbe corretta etica quella di chiudere gli occhi di fronte ai disastri che stiamo combinando: guerre, epidemie, inquinamento, raggiri di pandori e false cause umanitarie, distruzione dell’ambiente.

Anna Pibiri

Un innocente sorriso, spontaneo, sincero, appaga l’animo e migliora se stessi. Con una compagnia teatrale, le “Is Amigas”, che opera e ha sede a Selargius, nel cagliaritano, Anna Pibiri, regista, fà del suo lavoro, una missione.

E’ tempo che presenti lei, la regista e la donna. Anna Pibiri da sempre, propensa affinchè si migliori lo status e quindi la quotidianità stessa delle sue ragazze (la compagnia “Is Amigas” è composta solo di donne), dedica al teatro, molto del suo tempo e con ironica interpretazione, disarma la tristezza e il dolore, con il sorriso.

Uno dei suoi ultimi post. Una domanda che lei stessa pone: “A teatro….il finale lo scriviamo noi?”. Ci pone il quesito. Intende che non esiste il destino? Che tutto ciò che ci capita è per causa nostra?

Domanda a cui  noi umani cerchiamo da sempre di dare una risposta: Fatalismo o Libero arbitrio o anche un insieme delle due correnti di pensiero?

Grandi menti si sono prodigate per risolvere l’ enigma e, ancora oggi,  ognuno di noi si interroga e, spesso,  ci  appelliamo ad essi per giustificare i nostri errori.

“Doveva andare così”… pensiamo, constatando poi che, con un maggiore impegno o agendo diversamente, il risultato poteva  essere differente.

Il carattere dell’uomo ne determina il destino… diceva il filosofo greco Eraclito.

Arthur Schopenhauer, invece, sosteneva che il Destino mescola le carte e noi umani “facciamo il nostro gioco”.

Il dubbio continua a farla da padrone nelle nostre menti ma, a Teatro, l’autore può decidere la sorte dei suoi personaggi .E’ un grande privilegio, non le pare?

Sembrebbe che lei ci “provochi” per riflettere sul nostro comportarci e non per egoismo ma per come porci con gli altri. Lezioni di vita?

Lezioni di vita?  No, ho tanto da imparare di mio. La mia bonaria provocazione vuol essere, piuttosto, un invito ad un approccio differente, più umano col prossimo affinchè la convivenza sociale, al di là delle individuali debolezze, vada per il verso giusto per tutti, indistintamente.

Ho certezza delle sue considerazioni, perchè ogni suo messaggio web, ha un retrogusto ironico. Ironia, sarcasmo,satira. Con queste doti, perchè sono doti, non è da tutti avere la capacità di essere così introspettive, lei monitora i nostri umori. Ha riscontri positivi su quanto ci impartisce?

Osservo con istintiva curiosità il Mondo che mi gira intorno e le sue imperfezioni; a queste applico i miei “filtri”, volendo usare un linguaggio dell’web.

L’ironia, il sarcasmo, la satira mi aiutano a cogliere dal contesto quegli aspetti che  rendono la realtà più accettabile e i miei messaggi più incisivi, proponendomi anche in maniera critica su determinate situazioni.

 

Quindi, perchè si possano ottenere miglioramenti comportamentali individuali, lei usa lo strumento dell’ironia. L’umorismo bonario, quello immediato, di facile interpretazione. Mi scusi, ma tutta quella prosopopea intellettuale che non la capisce nessuno… Perchè tanta retorica mirata ai pochi? Così facendo, la cultura diventa un privilegio per gli “eletti”. Ma mica tutti siamo dei? Non crede?

L’ironia è il sale della vita, colora, sdrammatizza, sostiene dinanzi a difficili situazioni.

Lei sottolinea la bonarietà del mio umorismo, l’immediatezza e la sua facile comprensione. Mi lasci aggiungere che la  mia ironia, volutamente, non scorda la buona educazione e il rispetto verso gli altri.

Parlando, poi, di retorica mirata ai pochi eletti… mi riporta alla mente illustri uomini e donne di grande cultura che, invece, hanno fatto si che ciò non avvenisse.

Tra questi, mi permetta, citerei il grande Piero Angela e con lui il figlio Alberto che tanto hanno fatto e continuano  ancora a far conoscere ai più ciò che in tempi non lontani era privilegi… di pochi.

Il suo lavoro è per la gente. Nel senso che lei fa una didattica “popolare”, una lettura comprensibile per tutti. Né ceti, né classi. La considero una missione, sa? Le è capitato di confrontarsi con “l’ intelligente”  di turno?

Dice bene: né ceti, né classi… Esiste la Gente, il Popolo dove non è raro confrontarsi con intelligenze umane e qualche volta  con altri che, presuntuosamente, si ritengono tali.

L’intelligenza, quella vera, ha un significato profondo che consente di comprendere, pensare o spiegare fatti o azioni, capire e farsi capire e adattarsi alle diverse situazioni.

Ma l’umiltà è quella dote che rende indiscutibilmente speciale la mente umana  e questa… non è da tutti. In questo Mondo è merce rara!

Senza fare nomi, un fatto, un aneddoto, qualcuno/a al quale ha lasciato il suo segno lasciandolo/a a bocca aperta dopo averlo/a ascoltato/a. E’ vero che questa domanda rasenta il pettegolezzo, ma sono curiosa….(mamma mia le donne) e mi farebbe un gran piacere riderne su.

Il saccente ostenta ciò che sa o quello… che crede di sapere. Chi non ne ha incontrato e poi “scansato” almeno uno nella vita? Riguardo a ciò avrei da raccontarle, ma le confesso che preferirei evitare perchè temo che “quel qualcuno” non abbia ben digerito, o forse non ancora compreso, che l’umiltà salva sempre…    

Ma se lei vorrà, privatamente le dirò  e ci rideremo su.

La irrita la presunzione di quella cultura astratta le cui parole volano senza lasciare un contenuto?

Qualsiasi espressione umana deve manifestare necessariamente un messaggio, un contenuto da trasmettere ad altri e che gli altri possano comprendere… Diversamente equivale al nulla. Solo parole al vento!

Si diverte con il suo lavoro? Mi spiego: lei ha il dono di stemperare la difficoltà vissuta da ognuno di noi (chi non ha vissuto o vive disagi), con ironica sapienza, superando le privazioni intime con sorrisi e caustiche freddure letterarie. Un regista, uno sceneggiatore, uno scrittore, ha già vissuto e superato il disagio. E’ stato così anche per lei?

Non nascondo momenti di stanchezza e di difficoltà, ma il profondo trasporto mio e delle mie ragazze per l’attività teatrale ci  premia in gratificazioni e leggerezza di spirito. Il tutto, dunque, diventa puro divertimento, anche quando scrivo, dando vita ai miei personaggi a cui consegno  gli intimi pensieri  di ognuno di noi.

L’esternare il proprio vissuto o quello di altri, affidandolo ai diversi personaggi, aiuta a stemperare i disagi con cui tutti ci accompagniamo nel corso della vita. Il teatro è terapia, provare  per credere!

Ha un progetto teatrale da realizzare, che abbia lo scopo di renderci migliori vedendolo in scena?

Si, avrei alcuni progetti da realizzare e, sicuramente, nell’attesa che ciò avvenga, altri me ne verranno in mente.

Intanto  proseguo nel portare avanti il  mio Teatro sociale che,  per me, ha una significativa importanza. Ringrazio per ciò che riesco a realizzare giorno per giorno, supportata dalle mie ragazze del gruppo Is Amigas.

Teatro sociale. E’ questo il termine ultimo con il quale termina l’intervista. Un dovere, come a inizio servizio, che si prefigge Anna Pibiri.

Sorprende la sua determinazione innata, scelta consapevole ottenuta con l’esperienze e con attenta osservazione di quanto intorno le accade.

Compito non facile, soprattuto quando è necessario non farsi coinvolgere emotivamente e avere il polso di affrontare le difficoltà che, ahimè, non tutti siamo capaci di sostenere da soli.

La terapia del teatro. L’ironia. Il sorriso. Armi non deleterie, in possesso della regista. Poste queste, nelle mani delle sue ragazze, sono utilizzate e trasferite al pubblico, incoraggiando ad affrontare quel male oscuro che forse gli uomini non capiscono ancora che causa  sono se stessi.

Anna Landolfi.

 

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