martedì, 19 Marzo, 2024 5:47:17 AM

“Un Dio con il suo Universo”, Giuseppe Vivona

di Anna Landolfi.

Ho già presentato, a Voi lettori che seguite la rassegna letteraria “Poesie non di…autore”, uno dei più prolifici autori del pensiero irreale. Identificarlo in una corrente letteraria contemporanea, è complesso. Giuseppe Vivona occuperebbe un suo proprio spazio tra i poeti “maledetti” della seconda metà dell’ ‘800. Stéphane Mallarmé, Paul Verlaine, Charles Baudelaire, tra i più noti, sottolinearono il loro “incomprensibile” profondo vivere disgressivo ben lontano dall’ipocrisia borghese, ceto sociale in crescita e dominante per quel periodo storico, con rivoluzionarie costruzioni letterarie e contenuti onirici trasmessi con la parola.

Giuseppe Vivona è anche uno scrittore e sempre cercando di collocarlo in uno spazio-tempo storico, non posso non pensarlo “allievo” di uno degli scrittori più rappresentativi di quel secolo e che, sono sicura, se fosse suo conteporaneo, ne leggerebbe i suoi scritti: Edgar Allan Poe. Con “Un Dio con il suo Universo”, Giuseppe Vivona, dimostra il senso dell’amore assoluto. Il testo, di gotico romanticismo letterario, si propone come canto del vate all’amore.

Un amore totale, unico. Un sentimento che l’autore, esprime con la lucidità intellettuale, dell’indeterminato spazio a colei (o colui) al quale lo “canta”. Non è ipotesi suggestiva la poesia, è semmai intangibile sentimento che l’autore manifesta convincendoci che l’assoluta percezione dell’amore, è fatto di passione e attrazione incredibilmente fisica.

Giuseppe Vivona

Ecco, così espressa, la ragione del “poeta maledetto”. E’ l’artista la cui manifestazione “romantica” non scinde il pensiero dalla materia. I “simbolisti” già cullavano le avanguardie delle nudità del corpo senza malizia. Isadora Duncan già era “scandalosa” quando in scena danzava di soli veli e Oscar Wilde era censurato per i suoi versi “perversi”, nelle cui parole, la citazione di sensualità del corpo, era blasfemìa.

Un Dio con il suo Universo

Vorrei fare l’amore con te in tutte le città del mondo
dopo aver camminato  nelle strade
bagnate di lacrime
e baciate dal sole
guardandoti negli occhi
nel riverbero del mare
o cullati  dalle luci della notte
di Los Angeles.

Vorrei fare l’amore con te in tutte le città del mondo
mentre guardiamo la torre di metallo
splendente come un faro
che ci guida per evitarci di affondare
con nelle narici il profumo del pane
e nelle gambe il dolore delle passeggiate
stanchi e riposati
in un letto di Parigi.

Farei l’amore con te in tutte le città del mondo
quelle grandi e quelle piccole,
per vedere i tuoi occhi sotto le diverse luci.
Farei l’amore con te in tutte le città del mondo
quelle allegre e quelle tristi
per respirare le stesse sensazioni.

Vorrei fare l’amore con te in ogni villaggio del mondo
con il deserto intorno
rifornimenti sporadici
e la vicinanza che nasce dell’isolamento,
oppure con una notte di sei mesi
che ci tenga abbracciati più a lungo
sudati sopra un lenzuolo in Australia
nel tepore di un piumone in Norvegia.

Vorrei fare l’amore con te  in ogni paesino del mondo
tristi di fronte ad un ghiacciaio morente
memento di una futura catastrofe
oppure attendendo l’alba per andare a comprare
pesce fresco e aragoste
osservando un oceano amico e minaccioso
dalle altezze delle limpide Alpi
al mistico e suggestivo Giappone.

Vorrei fare l’amore con te
Ovunque o nello stesso posto
Viaggiando dal vivo
O solo con la mente
Vorrei fare l’amore con te
come un Dio con il suo Universo.

In una bella intervista a cura di Elena Ele per “Pillole di Cultu Librando”, Giuseppe Vivona si definisce “aspirante scrittore”. Ho avuto il privilegio di avere ascoltato e letto un po’ di sue “aspirazioni” e quella sua “modesta” affermazione la contesto: non c’è ombra che nasconda una persona. Essa rivela la sua presenza. Quei poeti maledetti, vissuti all’ombra del benpensante perbenismo tutt’oggi imperante, altri non erano che le coscienze nude dei desideri che gli uomini provano e che si vergognano a esternare.

Giuseppe Vivona si spoglia dell’ipocrisia e nudo, si presenta così come la sua anima declama:

“…farei l’amore con te in tutte le città del mondo, quelle allegre e quelle tristi, per respirare le stesse sensazioni.”

L’interpretazione è dello stesso autore.

Anna Landolfi.

https://artilibere.info/4669-2/

https://artilibere.info/giuseppe-vivona-poeta-underground/

https://www.youtube.com/watch?v=oi31GSSPaT0

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