venerdì, 26 Aprile, 2024 4:45:00 AM

Le cose sono cambiate!

di Adele Dentice.

Sono cresciuta con l’idea che fossimo tutti uguali, che le donne potessero costruirsi il proprio destino analogamente ai ragazzi, che l’istruzione fosse un diritto per tutti…ma eravamo nei lontani anni ’70 e si era folgorati dall’idea della  libertà… dalla lotta ai modelli di madre e sposa fedele….si era convinti che la scuola fosse un presidio democratico,  in cui il sapere trasmesso interagisse con l’esperienza di vita formando coscienze critiche, ed oggi? cosa resta di quelle certezze, oggi?

Allo stato attuale non c’è aspetto della società che venga lasciato ad una logica diversa da quella del profitto e dalla schiavitù dell’immagine; in fin dei conti sono le mamme, parimenti agli uomini, ai giornalisti, intellettuali che si sottopongono a chirurgie plastiche convinti che sia l’immagine a conferire valore alla propria persona. La mercificazione globale del proprio corpo, che diventa valore assoluto, priva i ragazzi del piacere di farsi domande, si sono convinti che un bel aspetto apra le strade per il successo e le giovani donne rinnegano le lotte per la conquista dei diritti di parità per regredire alla funzione di “donne di carta”, private persino del ruolo di madre e moglie.

 

          Allen Ginsberg, poesta (1926-1997)                      Jack Kerouac, scrittore (1922-1969)

Si vive in un totalitarismo neoliberista in cui le   trasformazioni socio-economiche postfordiste e quelle ideologico culturali neoliberiste rappresentano gli aspetti fondamentali della società attuale. Anche la funzione dell’istruzione si declina nei termini della formazione del capitale umano necessario al sistema produttivo, che ha bisogno di formare funzionari. La vecchia idea dell’istruzione, intesa come trasmissione di saperi e valori atti a formare l’autonomia critica dei cittadini, è sfumata.

D’altronde soffocati e sottomessi alla dinamica di accumulazione, a cosa può servire un corredo culturale?

 

             Candice Bergen, attrice (1946)                                                   Erica Jong, scrittrice (1942)

Essenziali sono le “competenze” ed eventualmente conoscenze, ma solo se funzionali alla produzione. La socializzazione di cui si blatera sin dalla scuola dell’infanzia, indirizza verso la competizione, soffermiamoci a riflettere  su come viene operata la selezione nella scuola attualmente, è vero che l’orrore della bocciatura è stato quasi del tutto eliminato, ma è pur vero che di pari passo viene  sostituito  dalla delega allo psichiatra o allo specialista, mentre la riuscita scolastica differenziata è legittimata con forza dall’ideologia della meritocrazia, un ‘ ideologia che colpevolizza più che porre attenzione al singolo, senza perdere di vista il gruppo.

 

      Jimi Hendrix, chitarrista (1942-1970)                         Peter Fonda, attore (1940-2019)

La scuola del 2000 è l’immagine della scuola “fai da te” dei precari e dei BES (Bisogni Educativi Speciali n.d.r.) dalla struttura kafkiana con collegi di 200 persone che non si conoscono, in cui si moltiplicano gli incarichi e le progettazioni intermittenti, dove si parla di inclusività utilizzando sigle, codici e format di programmazione sempre più articolate, dell’ipertrofia organizzativa. Gli insegnanti sono pressati in occupazioni gestionali e incoraggiati a svolgere attività di pura “immagine”; distratti dall’educazione, dallo studio, dalla cultura sono costretti a estenuanti documenti, ad inventarsi metodologie astratte e fumose che si rivolgono ad allievi astratti guidati da docenti ormai declassati al ruolo di esecutori di impostazioni tecnocratiche.

Eppure sono in tanti a interpretare questo processo catastrofico come una evoluzione, identificandolo con il futuro, dove si spaccia la cancellazione delle culture nazionali come multiculturalismo e accettazione della diversità, in realtà altro non è che l’omogeneizzazione culturale, che impoverisce le intelligenze e cancella l’identità culturale nella logica della rimondializzazione capitalista.

Intanto i giovani si perdono, rassegnati o semplicemente intontiti, conformati a modelli precostruiti vagano nella rete, facili prede di slogan pubblicitari, politici o religiosi.

Adele Dentice.

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